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L'africa romana: Douggha

Mappa della città romana

Mappa della città romana con i principali monumenti

 

 

I MONUMENTI DELLA CITTA' ROMANA

 

 

 

Le rovine occupano una collina dai fianchi assai ripidi sul lato nord e in pendenza più dolce verso sud. I confini dell'abitato, che in epoca romana non era circondato da mura, non sono definiti con precisione: sembra che esso I occupasse una superficie di circa 25 ettari. La città, edificata inizialmente senza uno schema, presenta, contrariamente alla maggioranza delle colonie romane, un dedalo di strade lastricate praticabili unicamente a piedi e spesso prive di marciapiedi; le case erano costruite seguendo la classica pianta romano-africana, di derivazione ellenistica, che è oggi attestata dalle tradizionali abitazioni tunisine, i cui ambienti si aprono su un patio circondato da un portico al quale si accede dalla strada attraverso un vestibolo. Città segnalata fin dal IV secolo a. C. da Diodoro di Sicilia con il nome di Tocai, Thugga fa dal II al I secolo a. C. una delle residenze del re della Numidia, Massinissa.

All'epoca romana, il territorio fu suddiviso tra la città numida e un pagus (territorio rurale) indipendente da Cartagine. Riunificata, Thugga prosperò e si arricchì di monumenti dovuti alla generosità della sua borghesia, desiderosa di ingraziarsi i favori del nuovo potere romano e, soprattutto di ottenere la cittadinanza romana che avrebbe consentito loro di continuare ad occuparsi dei propri affari come prima dell'invasione. Nonostante fosse considerato un piccolo agglomerato del proconsolato, disponeva di dodici templi pagani di cui tre trasformati in chiese nel IV secolo, tre terme, cinque cisterne, l'acquedotto, molte fontane, un ninfeo, due teatri, il circo, varie necropoli e mausolei. La strada vi entrava passando sotto un arco dedicato a Settimio Severo nell'anno 205, quando l'imperatore la elevò al rango di Municipium, con diritto alle sue leggi particolari e ai suoi magistrati. Massiccio e semplice, l'arco presenta due colonne corinzie e due nicchie che dovevano contenere statue (ora sparite). Alla sua sinistra sorge un mausoleo libico-punico a tre piani, alto più di venti metri.

Fu eretto per onorare il principe Steban, figlio di Lepmatah, figlio di Palu, più o meno nel 200 a. C., al tempo di Massinissa, il condottiero numida che aiutò i Romani a sconfiggere Cartagine; ornato di colonne corinzie ha un fregio di bighe da combattimento tirate da cavalli. Gli altri frammenti di monumenti libico-punici trovati a Thugga appartengono a un muro megalitico, a un santuario del dio Baal e a un tempio di Saturno con strane sculture puniche. La strada romana che attraversa la città partendo dall'Arco di Severo, pavimentata di lastre di calcare bianco e levigato, intarsiate nel solito disegno a spina di pesce e con canali di scolo ogni sei o sette metri, conduce ai Bagni dei Ciclopi, un complesso di rovine notevoli con una latrina a più sedili che veniva pulita da un flusso continuo d'acqua. Ne sono rimasti intatti perfino i lavabi. Serpeggiando tra file di case la strada prosegue fino al Foro, che fu restaurato al tempo degli Antonini, negli anni 166-167, e il marmo rosa-rosso delle cui colonne veniva dalle cave di Simitthus.

Accanto al foro s'incontrano l'area macelli, - luogo d'origine dei quattro venti - e un grande compasso indicante le principali direzioni, scolpito nel pavimento di marmo dalla parte del Campidoglio. L'acqua necessaria al funzionamento dei numerosi bagni pubblici e privati - quella del fiume Melah, proveniente dalle alture battute dalle piogge a sud est di Thugga - veniva portata nella città da un acquedotto di 12 miglia e raccolta in una cisterna massiccia, composta di cinque serbatoi cilindrici lunghi più di quaranta metri e alti tre. Una seconda cisterna era composta di sette scomparti simili. Thugga è ricca di templi e bagni; possiede un circo, un altro arco (costruito da Alessandro Severo, che fu assassinato prima di poterlo dedicare), villae e case. Ma su tutto incombe la massa enorme del teatro. Il teatro di Thugga, costruito in stile romano classico nell'anno 168 per ordine di Antonino Pio, ha l'emiciclo parzialmente scavato nella roccia. La scena, l'orchestra, il palcoscenico e molti dei sedili originali di pietra sono intatti o restaurati, sicché vi si possono ancora dare spettacoli.

Thugga doveva essere una delle città africane preferite dagli imperatori. Il suo tempio principale fu eretto con fondi forniti da Augusto e abbellito da molti suoi successori, specie gli Antonini.