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Agostino ai piedi della Croce
STEMMI AGOSTINIANI
1625
Costituzioni di Roma
Agostino ai piedi della Croce
L'edizione delle Costituzioni Agostiniane romane del 1625 è uno degli ultimi esempi in forma ovale del sigillo ufficiale dell'ordine che riporta il Cristo in croce. L'impostazione e il genere iconografico che era stato trasmesso dalle tradizioni e dal persistere di devozioni medioevali verranno abbandonati nel Seicento a favore della nuova espressione iconografica del cuore fiammante trafitto da una freccia.
Questo sigillo dell'Ordine agostiniano, a forma di ogiva gotica, mantiene ancora l'immagine del Crocifisso sullo sfondo di un'ancona, con S. Agostino e S. Monica ai lati. Ai piedi del crocifisso si ritrova sempre in ginocchio un frate agostiniano. Intorno alla scena si legge l'iscrizione: Augustinus lux doctorum malleus haereticorum (Agostino luce dei dottori e martello degli eretici).
Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.
«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.
AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3
PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842
Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."