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Stemmi agostiniani

Cuore trafitto con scritta tolle lege, stemma dell'Ordine agostiniano nel 1926

Cuore trafitto con scritta tolle lege

 

 

STEMMI AGOSTINIANI

1926

Stemma dell'Ordine Agostiniano

 

Cuore trafitto con scritta tolle lege

 

 

 

L'immagine riproduce lo stemma ufficiale dell'Ordine Agostiniano, dove è possibile riconoscere molti elementi cari alle tradizioni di questi monaci che si riallacciano direttamente alla vita e alle opere del loro santo fondatore Agostino.

La scritta in basso Tolle Lege ! Tolle Lege si riferisce alla sua conversione a Milano: un libro chiuso, simbolo della sua sterminata produzione letteraria, porta una mitra vescovile e un bastone pastorale (Agostino divenne vescovo nel 395 d. C.), una cintura nera (che portano al fianco i monaci), il cuore fiammante trafitto da una freccia (simbolo del suo amore per Cristo) e infine una croce a tre punte a indicare la sua ricerca impossibile del mistero della Trinità di Dio.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3