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Stemmi agostiniani

Gli attributi vescovili, un libro, la cintura e il cuore fiammante trafitto da una freccia, stemma dell'Ordine agostiniano nel 1836

Gli attributi vescovili, un libro, la cintura

e il cuore fiammante trafitto da una freccia

 

 

STEMMI AGOSTINIANI

1836

Breviario di Roma

 

Gli attributi vescovili, un libro, la cintura e il cuore fiammante trafitto da una freccia

 

 

 

Lo stemma agostiniano che appare in questo breviario romano degli inizi del secolo XIX incomincia a introdurre gli elementi che si ritroveranno nella sua forma più evoluta nel XX secolo. Al cuore fiammante e trafitto da una freccia si aggiungono definitivamente il libro, la cintura e le insegne episcopali di Agostino (mitra, pastorale e croce astile).

Il tutto è incorniciato in volute artistiche con ramoscelli che chiudono il quadro. Il libro diventa soprattutto il segno della fecondità intellettuale del santo che è sempre stato considerato il più grande fra i Padri della Chiesa occidentale. Il cuore trafitto è l'espressione del cuore di Agostino che trabocca di gioia nell'amare Dio e nel sentirsi amato dal Padre.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3