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CICLo AGOSTINIANo nel Manoscritto II di Firenze

Toscana agostiniana da incisioni di Lubin (1659)

Toscana agostiniana da Lubin (1659)

 

 

DI LORENZO A.

1433

Manoscritto II della Biblioteca di Firenze

 

Episodi della Vita di sant'Agostino

 

 

 

Questo manoscritto contiene una versione della Città di Dio in lingua italiana. E' composto da 317 fogli, ed è datato 1433. Al foglio 315 è firmato da A. di Lorenzo, che ne è il probabile amanuense. I fogli da 315r a 317v sono illustrati con episodi della vita di Agostino. I disegni sono a penna, colorati con l'acquerello e sono incompleti dalla quarta pagina in poi. La vivacità del tratto, la freschezza delle immagini e la varietà dei gesti e delle situazioni proposte denotano una certa originalità dell'autore, che pur ancora legato alle esperienze miniaturistiche medioevali, già mostra una apertura stilistica verso l'incipiente stile rinascimentale.

L'impostazione è sicuramente molto diversa dalla contemporanea Historia Augustini. I colori, la composizione, i personaggi ricordano più gli affreschi che le miniature, tanto che questo ciclo segna un netto progresso artistico. Il manoscritto era destinato a Onofria fondatrice del convento di Foligno.

 

Nel corso del XIII secolo gli Agostiniani erano giunti a Firenze stabilendosi in Oltrarno. Al pari degli altri ordini mendicanti presenti in città (francescani in Santa Croce, domenicani in Santa Maria Novella, Carmelitani al Carmine), essi fecero della loro sede un importante centro artistico, teologico e culturale. Per accogliere la folla che assisteva alle loro prediche venne presto creata piazza Santo Spirito.

Già nel 1287 il convento fiorentino aveva ospitato un importante Capitolo generale degli Agostiniani e nel 1284 era stato nominato "Studio generale dell'Ordine". Fiore all'occhiello era la ricca biblioteca, che nel 1450 arrivò a contare 577 manoscritti. Il convento era frequentato da Francesco Petrarca, che instaurò un intenso rapporto con fra' Dionigi da Borgo San Sepolcro, che presentò il poeta a Roberto d'Angiò e gli permise di studiare i testi rari presenti in convento: grazie a queste frequentazioni Petrarca si avvicinò alla figura di sant'Agostino, che scelse come suo ideale interlocutore nel Secretum (1342-1434), ispirato alle Confessioni.

Anche Giovanni Boccaccio frequentò il convento stringendo una stretta amicizia con il frate Martino da Signa; proprio agli Agostiniani di Santo Spirito lasciò in eredità la propria, ricca biblioteca personale. Verso la fine del XIV secolo il frate Luigi Marsili fu amico e corrispondente, oltre che di Petrarca, di Coluccio Salutati e altri: la cella del frate divenne un importante luogo di ritrovo per numerosi umanisti della prima generazione. Anche nei primi decenni del XV secolo Santo Spirito rimase la sede privilegiata per il ritrovo dei circoli intellettuali fiorentini, con frequentatori come Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Roberto de' Rossi, Giannozzo Manetti, i quali formarono una delle prime accademie letterarie del XV secolo.