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CICLo AGOSTINIANo nel Manoscritto II di Firenze

Agostino accolto dai notabili milanesi

Agostino accolto dai notabili milanesi

 

 

DI LORENZO A.

1433

Manoscritto II della Biblioteca di Firenze

 

Agostino accolto dai notabili milanesi

 

 

 

Due persone, di cui una a cavallo, stanno aspettando Agostino all'ingresso di una porta della città di Milano. Agostino, a sua volta a cavallo, arrivando stende la mano con un gesto di saluto. Il primo personaggio a sua volta stende la mano per ricambiare il saluto. la seconda persona, più anziana, si defila dietro la prima sull'imboccatura della porta. La legenda spiega il significato del disegno: Chome graciosamente Agolstino fu ricieuto, mandato da Roma, <da> Simacho preficio di Roma. Agostino indossa sempre il suo vestito rosso.

 

 

Perciò, quando il prefetto di Roma ricevette da Milano la richiesta per quella città di un maestro di retorica, con l'offerta anche del viaggio sulle vetture di Stato, proprio io brigai e proprio per il tramite di quegli ubriachi di favole manichee, da cui la partenza mi avrebbe liberato a mia insaputa. Dopo avermi saggiato in una prova di dizione, il prefetto del tempo, Simmaco, m'inviò a Milano. Qui incontrai il vescovo Ambrogio.

AGOSTINO, Confessioni, V, 13, 23

 

E così quando da Milano giunse a Roma, al prefetto dell'urbe, il mandato per la nomina di un maestro di retorica da assegnare a quella città, addirittura col viaggio compreso, a spese pubbliche, io mi diedi personalmente da fare proprio servendomi di quei vacui esaltati dei manichei - e il bello è che me ne andavo per liberarmi di loro, ma né io né loro lo sapevamo - perché il prefetto allora in carica, Simmaco, una volta superata la consueta prova di tecnica oratoria, nominasse me.

E arrivai a Milano dal vescovo Ambrogio, noto a tutto il mondo come uno dei migliori, tuo devoto cultore, la cui eloquenza dispensava allora con vigore al tuo popolo il fiore del tuo frumento e la gioia del tuo olio e la sobria ebbrezza del tuo vino.

AGOSTINO, Confessioni, V, 13, 23