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CICLo AGOSTINIANo nel Manoscritto II di Firenze

Agostino incontra Simpliciano

Agostino incontra Simpliciano

 

 

DI LORENZO A.

1433

Manoscritto II della Biblioteca di Firenze

 

Agostino incontra Simpliciano

 

 

 

Qualche roccia e un albero indicano un semplice luogo all'aria aperta. A sinistra Agostino è seduto su una roccia e si intrattiene con un monaco eremita i cui tratti del viso esprimono una grande vecchiezza. Agostino si rivolge a lui con molto rispetto. S. Sipriano fa un gesto di benedizione. In realtà si tratta di Simpliciano. A destra, lo stesso Agostino è in piedi e sembra in procinto di congedarsi da un eremita che assomiglia a Simpliciano, ma che questa volta ha un nimbo in testa. Sotto il mantello porta un libro.

 

Allora m'ispirasti il pensiero, apparso buono ai miei occhi, di far visita a Simpliciano la cui vita aveva interamente consacrato a te. Allora era vecchio e nella lunga esistenza passata a seguitare la tua via con impegno così santo, mi sembrava avesse acquistato grande esperienza, grande sapienza; né mi sbagliavo.

AGOSTINO, Confessioni 8, 1, 1

 

Feci dunque visita a Simpliciano, padre per la grazia, che aveva ricevuto da lui, del vescovo Ambrogio e amato da Ambrogio proprio come un padre.

AGOSTINO, Confessioni 8, 2, 3

 

Iddio gli ispirò di consultare in proposito Simpliciano, uomo divinamente illuminato, per esporgli ciò che passava nel suo cuore e domandargli un consiglio. Simpliciano lo consigliò e lo esortò; ed Agostino rimproverando se stesso disse:

- Ci sono tanti e tante giovani che nella chiesa di Dio servono il Signore non posso dunque io fare quello che fanno loro ? Gettati nelle braccia del Signore ed egli ti salverà. Intanto anche Vittorino si convertì. Era uomo che godeva tanta stima, tanto che, lui vivente, gli era stata eretta una statua a Roma, sulla pubblica piazza, ma Simpliciano gli diceva:

- Io non ti crederò fino a che non ti avrò visto in chiesa.

E Vittorino gli rispondeva: - Sono forse le mura che fanno il cristiano? Alla fine, toccato dal Signore, venne in chiesa, fece la professione di fede fra la gioia e le acclamazioni del popolo.

JACOPO da VARAGINE, Legenda Aurea

 

Nelle sue Confessioni Agostino dirà che il Signore stesso lo ha indirizzato al prete di Milano: "Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l'idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia". Preparato da Simpliciano, Agostino riceve il battesimo dal vescovo Ambrogio nel 387. Questo eccezionale catechista, forse romano di origine, è cristiano fin dalla giovinezza. Dopo anni di studi classici e di viaggi viene ordinato sacerdote, e diventa famoso quando converte al cristianesimo uno degli intellettuali più illustri del tempo: Caio Mario Vittorino. A Milano lo troviamo nel tempo in cui Ambrogio vi risiede ancora come governatore civile di quasi tutta l'alta Italia. E qui rimane per sempre, aiutando il vescovo Ambrogio con la sua preparazione teologica ed esegetica, e influendo col suo prestigio sull'ambiente culturale della città. Mantiene contatti epistolari con Agostino, poi vescovo di Ippona, che dall'Africa gli manda i suoi scritti, chiedendo giudizi e consigli. Il vescovo Ambrogio muore il 4 aprile 397, dopo aver indicato come successore proprio Simpliciano, ormai vicino agli ottant'anni. "È vecchio, ma buono", avrebbe detto Ambrogio morente, e così Simpliciano gli succede, per un episcopato di circa quattro anni, sul quale abbiamo poche notizie.