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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > FirenzeCICLo AGOSTINIANo nel Manoscritto II di Firenze
A Cartagine Agostino si imbarca per Roma: particolare della navigazione in mare
DI LORENZO A.
1433
Manoscritto II della Biblioteca di Firenze
A Cartagine Agostino si imbarca per Roma
Una scrittura indica Agostino con una specie di turbante in testa, avvolto da un lungo mantello da viaggio. Agostino sta parlando con un vecchio barbuto vestito con una toga e gli da il segno di addio. Dietro di lui sulla spiaggia, due persone si consolano con tristezza. Non è possibile identificarli con Monica, poichè di solito appare con il nimbo in testa e con un abbigliamento da vedova. A destra una nave veleggia sul mare.
Agostino sta già conversando con due amici, mentre il pilota impartisce ordini ai marinai, che lavorano alle corde della vela. Sopra il disegno si legge: Chome Agollstino si patì di Chartagine di barberia, doue è ogi Tunici, e entrò in mare per andare a Roma e abandono la madre.
Ingannando la madre Monica parte di nascosto per Roma
Fu dunque per la tua azione verso di me che mi lasciai indurre a raggiungere Roma e a insegnare piuttosto là ciò che insegnavo a Cartagine. Non tralascerò di confessarti cosa m'indusse a tanto, perché anche in questa circostanza si deve riconoscere e proclamare l'occulta profondità e l'indefettibile presenza della tua misericordia verso di noi. A raggiungere Roma non fui spinto dalle promesse di più alti guadagni e di un più alto rango, fattemi dagli amici che mi sollecitavano a quel passo, sebbene anche questi miraggi attirassero allora il mio spirito. La ragione prima e quasi l'unica fu un'altra. Sentivo dire che laggiù i giovani studenti erano più quieti e placati dalla coercizione di una disciplina meglio regolata; perciò non si precipitavano alla rinfusa e sfrontatamente nelle scuole di un maestro diverso dal proprio, ma non vi sono affatto ammessi senza il suo consenso. Invece a Cartagine l'eccessiva libertà degli scolari è indecorosa e sregolata. Irrompono sfacciatamente nelle scuole e col volto, quasi, di una furia vi sconvolgono l'ordine instaurato da ogni maestro fra i discepoli e commettono un buon numero di ribalderie incredibilmente sciocche.
AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 14
Mia madre pianse atrocemente per la mia partenza. Mi seguì fino al mare, quando mi strinse violentemente, nella speranza di dissuadermi dal viaggio o di proseguire con me, la ingannai, finsi di non voler lasciare solo un amico, che attendeva il sorgere del vento per salpare. Mentii a mia madre, a quella madre, eppure scampai, perché la tua misericordia mi perdonò anche questa colpa ... però si rifiutò di tornare indietro senza di me, e faticai a persuaderla di passare la notte nell'interno della chiesuola dedicata a san Cipriano, che sorgeva vicinissima alla nostra nave. Quella notte stessa io partivo clandestinamente, mentre essa rimaneva a pregare e a piangere. La riva scomparve al nostro sguardo la stessa mattina in cui ella folle di dolore riempiva le tue orecchie di lamenti e gemiti.
AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 15
La madre lo seguì fino al porto per trattenerlo o per seguirlo, ma egli di soppiatto la notte partì. Gemette la madre quando la mattina appresso lo seppe, e da allora andava mattina e sera in chiesa a pregare per lui.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea