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CICLo AGOSTINIANo di Johannes Wandereisen

Agostino fonda un monastero, stampa seicentesca di Johannes Wandereisen pubblicata nel 1631 a Ingolstadt

Agostino fonda un monastero

 

 

WANDEREISEN JOHANNES

1631

Ingolstadt

 

Agostino fonda un monastero

 

 

 

Si legge sull'iscrizione: unus amor superum. Domus et mens unica fratrum numquid habet coelum, iam quoque terra suum ? Questa incisione compare nell'elenco di Mair come decima immagine con la seguente spiegazione: Augustinus monasteria condit. Tranquille agunt qui se Deo dicant. Quam studiosus fuerit Religionis ac paupertatis. Nell'angolo superiore sinistro la Castità ha gli occhi bendati e si attacca alla Croce: in faccia la Povertà alza le braccia al cielo. In basso Religione tiene una croce con una stella e un libro aperto su un tavolo verso cui vola una colomba. A fronte la Superstizione apre un libro con delle scritture cabalistiche.

Al centro, davanti a un monastero in costruzione, Agostino sta seduto, vestito come i Canonici e guarda il progetto della costruzione. Con l'altra mano tiene la Regola. Sembra che sogni. Il gruppo che lo circonda rappresenta personaggi biblici: Giuseppe, Abramo, Isacco. In alto gli angeli mostrano il monastero ideale.

 

Cominciò vendendo tutti i suoi beni e dando gli incassi ai poveri. Poi lui ed i suoi amici si ritirarono nel suo appezzamento di terreno, che già era stato alienato, per condurre una vita comune in povertà, in preghiera, e nello studio della letteratura sacra. Il libro De diversis quaestionibus octoginta tribus è il frutto delle riunioni tenute durante questo ritiro, nel quale scrisse anche il De Genesi contra Manichaeos, il De magistro ed il De vera religione. Certamente, il monachesimo non nasce con Agostino, tant'è che nel secondo soggiorno romano egli si ferma per diversi mesi nella capitale probabilmente per visitare - come ha fatto anche a Milano - i numerosi monasteri che vi prosperano, per studiarli, per sperimentarne la vita comunitaria, per studiare le norme che ne regolano la vita interna: l'intento è di raccogliere quanti più dettagli possibili per poi servirsene nel momento in cui sarà pronto a costituire il suo primo monastero una volta di ritorno in Africa.

Di essi, con ammirazione, così scrive: «Ho visto io stesso un cenacolo di santi, e nemmeno pochi, a Milano, di cui era superiore un sacerdote, persona ottima e dottissima. Pure a Roma ne ho visti parecchi, in ciascuno dei quali è preposto, a quelli che vi abitano in cristiana carità, santità e libertà, uno che spicca su tutti per gravità, prudenza e scienza divina» . Agostino cura personalmente la formazione culturale e spirituale dei suoi monaci. A riprova di ciò abbiamo l'opera Le Ottantatre diverse questioni, che contiene le domande dei monaci e le risposte di Agostino.

Egli non è uno studioso da tavolino dell'ideale della vita religiosa, ma un uomo che la vita monastica la vive in prima persona e proprio per tale motivo è in grado di scriverne l'esperienza. Ciò spiega anche la modernità dell'ideale monastico di Agostino, che, con grande equilibrio e realismo, sa tenere in piedi l'austerità e la moderazione

 

Io ho amato ardentemente questo ideale e con tutte le mie forze esorto gli altri a seguirlo, ed ho con me fratelli che si sono decisi ad abbracciarlo per l'opera del mio ministero.

AGOSTINO, Lettera a Ilario

 

Fatto prete, subito istituì un monastero accanto alla chiesa e cominciò a vivere con i servi di Dio secondo il modo e la norma stabiliti al tempo degli apostoli.

POSSIDIO, Gesta Augustini