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CICLo AGOSTINIANo di Johannes Wandereisen

Agostino insegna retorica, stampa seicentesca di Johannes Wandereisen pubblicata nel 1631 a Ingolstadt

Agostino insegna retorica

 

 

WANDEREISEN JOHANNES

1631

Ingolstadt

 

Agostino insegna retorica

 

 

 

Si legge sulla nota: Mercurium haud faciet quovis e stipite doctor cur ? Raro auditor, quod sapit, ille capit. Questa incisione compare nell'elenco di Mair come seconda immagine con la seguente spiegazione: Augustinus navigat Carthaginem. In manichaeorum secta naufragatur. Docet Rhetoricam. Magno ingenio ac memoria pollet.

Il medaglione ci mostra un Agostino seduto su una sedia ornata, a destra e a sinistra, di teste di Mercurio, il dio greco dell'eloquenza. Il retore parla con le braccia aperte: ai suoi piedi due gruppi di giovani ascoltano le sue parole. A destra gli allievi si applicano con interesse sui libri, mentre a sinistra sembra che siano piuttosto annoiati e dormano. La scena è dominata da una figura di Mercurio che vola. Tutti i personaggi sono ammassati in uno spazio ristretto e la scena ne risulta appesantita. Certamente questa tavola è una delle più confuse dell'intera serie.

 

Così insegnò prima grammatica nella sua città e poi retorica a Cartagine, capitale dell'Africa.

POSSIDIO, Gesta Augustini 1, 2

 

Dalla mia patria però fuggii ... così dal paese di Tagaste mi trasferii a Cartagine.

AGOSTINO, Confessioni 4, 7, 12

 

Fu dunque per la tua azione verso di me che mi lasciai indurre a raggiungere Roma e a insegnare piuttosto là ciò che insegnavo a Cartagine.

AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 14

 

Trascorremmo questo periodo di nove anni, dal diciannovesimo al ventottesimo, cadendo e traendo in agguati, fra inganni subiti e attuati, in preda a diverse passioni, pubblicamente praticando l'insegnamento delle cosiddette discipline liberali, privatamente una religione spuria; superbi nel primo, superstizioni nella seconda. Attraverso l'insegnamento inseguivo una fama popolare vuota fino agli applausi teatrali, ai certami poetici, a gare per una corona di fieno, a spettacoli frivoli e passioni sregolate; attraverso la seconda cercavo la purificazione da queste macchie mediante le vivande che portavamo agli eletti e ai santoni, come li chiamavano, affinché nell'officina del loro ventricolo ne fabbricassero per noi gli angeli e gli dei nostri liberatori. Io seguivo queste pratiche, le compivo insieme ai miei amici, ingannandoli e ingannandomi con loro ... In quegli anni insegnavo retorica: vinto cioè dalla mia passione, vendevo chiacchiere atte a vincere cause.

AGOSTINO, Confessioni 4, 1, 1

 

Agostino insegnò la retorica per diversi anni a Cartagine, poi, all'insaputa della madre si recò a Roma dove aprì una scuola.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea