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Ciclo agostiniano di Chieti

Beato Giovanni da S. Facondo

Beato Giovanni da S. Facondo

 

 

 

MICHELE CLERICI

1746-1751

Chieti, chiesa di sant'Agostino

 

Beato Giovanni da S. Facondo

 

 

 

La formella è dedicata al beato Giovanni da Sahagun noto anche come San Facondo. La scena che vi è riprodotta ricorda un miracolo di cui protagonista nella città di Salamanca, dove viveva nel convento degli agostiniani.

A tal proposito la tradizione narra che un bambino cadde in un pozzo e questo pozzo era molto profondo, ma fra Giovanni lanciò la sua cintura giù per il pozzo e questa arrivò fino a dove si trovava il bambino che riuscì a prenderla. Il Santo fece salire il livello dell'acqua fino a che il bambino non riuscì a raggiungere la superficie e a salvarsi. La scena descrive la fase finale del recupero del bambino che è aggrappato alla cintura si san Facondo, che con la forza delle braccia riesce ad estrarlo dal pozzo.

La scena è arricchita dalla presenza, nella fascia superiore, della Vergine con il Bambino seduti su una grande nuvola. Entrambi hanno fra le mani la cintura che portano ai fianchi i monaci agostiniani. Questa cintura ha il significato simbolico di fedeltà, secondo una vetusta tradizione devozionale che ha dato origine al movimento dei cinturati.

La scritta in basso alla scena riporta B. JANNES A SANCTO FACUNDO ORDINIS AUGUSTINI.

 

 

"Padre, non hai saputo porre alcun freno alla tua lingua!"

"Signor duca, per quale scopo salgo sul pulpito? Per annunciare la verità agli ascoltatori o per accarezzarli vergognosamente con adulazioni?"

Questo concitato dialogo avveniva tra l'indignato Duca d'Alba, che aveva assistito alla funzione religiosa, e il frate agostiniano P. Giovanni da Sahagun, che aveva tenuto il sermone. Quel giorno P. Giovanni aveva approfittato della presenza in chiesa di tanti nobili della città e delle autorità civili, per smascherare il mal governo della cosa pubblica e le ingiustizie perpetrate dai potenti a danno delle categorie deboli. Giovanni era nato a Sahagun, in provincia di Leòn in Spagna, verso il 1430.

Dopo essere stato studente nella scuola superiore di San Bartolomeo, diventò monaco agostiniano nel convento che questo ordine aveva nella città di Salamanca.

Uno zio gli aveva trovato una sistemazione presso la curia vescovile di Burgos, procurandogli anche un beneficio ecclesiastico. Poi divenne sacerdote. Ma a 33 anni Giovanni andò in crisi: non poteva vivere della vigna del Signore senza lavorarvi. Cosi, alla morte del vescovo, cambiò vita: entrò tra gli agostiniani, dedicandosi quindi ad un instancabile apostolato: nella predicazione al popolo, nella promozione della pace e della convivenza sociale. "Se mi chiedesse dell'atteggiamento di Giovanni - testimonia un suo contemporaneo - nei riguardi dei miserabili e degli afflitti, delle vedove e dei fanciulli sfruttati, dei bisognosi e degli ammalati, dovrei rispondere che da uno slancio naturale era abitualmente spinto ad aiutare tutti sia con buone parole sia anche con elemosine a questo scopo. Era anche preoccupato di portare tutti alla pace e alla concordia, dopo aver spente le inimicizie e le discordie. Quando era a Salamanca, essendo tutta la città divisa in fazioni a causa delle discordie civili, riuscì ad evitare molte stragi".

Fu per i suoi ripetuti tentativi di pacificazione che nel 1476 i nobili di Salamanca sottoscrissero un solenne patto di perpetua concordia. La forza e il coraggio per agire P. Giovanni li prendeva dall'Eucarestia, che egli celebrava con straordinaria devozione. Morì nel 1479. Il processo di canonizzazione si concluse con la beatificazione, nel 1601, e con la canonizzazione, avvenuta nel 1690. Le reliquie del santo si conservano nella cattedrale nuova di Salamanca, città piena di luoghi i cui nomi ricordano i portenti operati dal Santo in vita o in morte.

 

A Salamanca si celebra una festa in suo onore e attualmente è il patrono delle città di Sahagun e Salamanca. La sua festa si celebra il 12 giugno. A Salamanca si ricordano due suoi miracoli famosi: la storia narra che un bambino cadde in un pozzo e questo pozzo era molto profondo, ma Juan lanciò la sua cintura giù per il pozzo e questa arrivò fino a dove si trovava il bambino che riuscì a prenderla. Il Santo fece salire il livello dell'acqua fino a che il bambino non riuscì a raggiungere la superficie. L'altro miracolo racconta che un giovane toro era riuscito a scappare dal recinto e che girava per le strade di Salamanca seminando terrore. Juan si mise avanti al toro e gli intimò: "fermati, schiocco", e questo si fermò. La strada dove avvenne questo fatto ora porta il nome di Tentenecio.

Inoltre si dice che riuscì a far riappacificare due famiglie di Salamanca che combattevano fra loro per quaranta anni, con molti morti da entrambe le parti. Da ultimo si racconta che con le sue preghiere liberò la città dalla peste e dal tifo. Per quattro giorni la città durante i suoi festeggiamenti si riempie si giochi e spettacoli.