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Ciclo agostiniano di Chieti

Santa Veronica da Binasco

Santa Veronica da Binasco

 

 

 

MICHELE CLERICI

1746-1751

Chieti, chiesa di sant'Agostino

 

Santa Veronica da Binasco

 

 

 

La formella è dedicata a Veronica da Binasco, che qui viene indicata come santa. La scena rappresenta uno dei momenti fondamentali della sua vita, quando ricevette l'apparizione della Vergine, che le diede alcuni consigli e le indicò la via per entrare finalmente nel monastero agostiniano milanese di santa Marta.

L'episodio, che le capitò mentre aspettava la risposta della superiora agostiniana, è stato così descritto:

Una domenica mattina, mentre era immersa nella preghiera, la sua stanza fu illuminata da una luce misteriosa, che circondava una bellissima Signora la quale, sorridendole, le disse: "E' sufficiente che impari i colori di tre lettere che io t'insegnerò: una bianca, l'altra nera e la terza rossa".

Spaventata chiese alla bella Signora:"Ma chi siete voi che ora mi parlate?" Ed Ella rispose:"Io sono la Madre di Dio." Poi continuò: "Le tre lettere che io ti ho detto di dover imparare hanno significati diversi: "La lettera bianca indica la purezza del cuore. Lo dovrai conservare scevro da ogni disordinato affetto. La lettera nera significa che non devi mai scandalizzarti per l'operato del tuo prossimo. Quando il male è troppo manifesto dovrai tacere e pensare che senza l'aiuto di Dio, potresti far peggio degli altri. La lettera rossa indica la passione di mio Figlio, sulla quale mediterai ogni giorno. Queste lettere ti basteranno per salvarti. Delle altre cose non ti curare molto."

Il messaggio era chiaro, ma il silenzio di suor Michelina persisteva. Era ritornata la terza primavera. Nina sembrava estranea alla bellezza della natura. Ma una mattina del 1466, Nina si sentì particolarmente serena: suor Michelina le aveva comunicato di potersi recare a santa Marta. L'accolse ammettendola nel monastero come suora questuante. Aveva 21 anni quando indossò il saio agostiniano e le venne imposto il nome di suor Veronica.

La scena della formella mostra Veronica in ginocchio mentre riceve la visione della Vergine accompagnata da un nugolo di angioletti.

 

Il 13 gennaio gli abitanti di Binasco celebrano la festa liturgica della beata Veronica monaca agostiniana. La festa ricorda la sua morte avvenuta il 13 gennaio 1497. Nel corso della festività i devoti di Binasco e dei comuni confinanti visitano e pregano davanti all'artistica urna della Beata agostiniana, pregandola di intercedere presso il Signore per la pace del mondo. Nacque nel 1445 da Giacomina e Zanino Negroni nella semplicità di una casa contadina, situata nella borgata di Cicognola e le fu imposto il nome Giovanna, anche se tutti la chiamarono Nina.

L'abitazione era umile, ma una vera chiesa domestica, nella quale i due contadini erano amorevolmente uniti intorno alla culla di vimini intrecciati nella quale dormiva Nina, loro vera ricchezza. La piccola cresceva serenamente nella pace del focolare domestico; ed in quell'ambiente cominciò a sentire una chiamata speciale, quella di consacrarsi a Dio. Con l'aiuto della costante preghiera, che è come l'acqua e la luce per le piante, e l'assidua frequenza dei sacramenti della confessione e dell'Eucarestia, quella voce interiore diveniva sempre più insistente. Aveva ormai diciotto anni, quando si presentò al monastero di sant'Orsola, a Milano, chiedendo di essere ammessa tra quelle suore.

La Superiora l'accolse freddamente, respingendo la sua richiesta. Umiliata, ma non rassegnata, ritornò alla sua terra, non sapendo che era predestinata a divenire una speciale figlia del grande santo padre Agostino. Nina, infatti, bussò al monastero agostiniano di santa Marta, chiedendo di servire il Signore, facendo presente di non sapere leggere. La madre superiora suor Michelina l'accolse con cordialità. L'ascoltò con molta attenzione, ma la rimandò in famiglia, consigliandole di riesaminare attentamente la sua chiamata e d'imparare a leggere per poter recitare con le altre consorelle i salmi, in attesa della risposta. Rincuorata dalle parole di suor Michelina, ritornò al lavoro dei campi, mentre di notte, anche se stanca, cercava d'imparare a leggere. Era il 1463 quando comparvero per la prima volta i libri nella casa di Cicognola. Le difficoltà erano enormi in quanto Nina era poco incline allo studio e non aveva una maestra. Cosciente dei suoi limiti, insisteva nel tentativo d'imparare a leggere, chiedendo aiuto a Chi tutto può; e l'aiuto giunse, prodigiosamente dalla Vergine. Il messaggio della Madonna era chiaro. Dopo la terza primavera di attesa, una mattina del 1466, Nina si sentì particolarmente serena: suor Michelina le aveva comunicato di potersi recare a santa Marta.

L'accolse ammettendola nel monastero come suora questuante. Aveva 21 anni quando indossò il saio agostiniano e le venne imposto prodigiosamente il nome di suor Veronica ... della passione e morte di Cristo, per il quale versò tante lagrime, divenendo "la più splendida gemma e la gloria più fulgida dell'Ordine di sant'Agostino." Sebbene illetterata, ebbe doni mistici straordinari e dettò un trattatello spirituale, oggi perduto: fu ambasciatrice di celesti messaggi ad umili e grandi in varie città, come a Roma, dove andò nel 1494 per ammonire papa Alessandro VI, che ne rimase profondamente colpito.

Morì a Milano nel 1497. Papa Leone X approvò il culto di Veronica nel monastero di S. Marta nel 1517, mentre la sua festa si celebra il 13 gennaio.