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Ciclo agostiniano di Chieti

San Guglielmo da Malavalle

San Guglielmo da Malavalle

 

 

 

MAICHELE CLERICI

1746-1751

Chieti, chiesa di sant'Agostino

 

San Guglielmo da Malavalle

 

 

 

La formella, posta all'inizio della parete sinistra della navata, raffigura un momento della vita di Guglielmo da Malavalle, fondatore dei monaci guglielmiti che confluirono nel neonato ordine agostiniano. Il santo è raffigurato inginocchio dinanzi a una spelonca dove si impone la figura della croce. Il santo indossa la tunica monacale e con una dinamica torsione del busto rivolge lo sguardo verso la croce. Alle sue spalle due uomini nerboruti osservano la scena sotto un albero dalle numerose fronde.

 

 

Incerte sono le notizie circa questo santo, che talvolta è confuso con altri santi dal medesimo nome. Forse di origine belga, dopo una giovinezza scapestrata, Guglielmo si convertì e si fece eremita verso la metà del Duecento a Lupocavio presso Pisa, poi in uno speco a Malavalle presso Siena. E' il fondatore della Congregazione degli Eremiti o Guglielmiti, che confluirono nell'Ordine Agostiniano dopo il 1256. Morì nel 1175. Il suo culto fu approvato nel 1202 e la sua festa si celebra il 10 febbraio. Nella Libreria del convento agostiniano di san Barnaba a Brescia è probabilmente lui il S. Gulielmus Gallicus che regge in mano un teschio che sta osservando con con molta attenzione. Alle sue spalle è raffigurata una croce. Probabilmente è lo stesso Guglielmo che fu raffigurato a Gravedona con l'aureola di santo. A Gravedona viene definito come Guglielmo di Lorenga (Lorena in Francia).

Secondo una tradizione assai diffusa in Toscana, ed in parte confermata dalla breve biografia prodotta dal suo primo discepolo Alberto, Guglielmo sarebbe stato un cavaliere francese che apparteneva alla famiglia ducale d'Aquitania e discendeva da una nobile famiglia del Poitou. Secondo Alberto aveva condotto una vita immorale e sregolata, tanto che verso l'anno 1140 ebbe la scomunica da Papa Eugenio III. La colpa di Guglielmo doveva essere veramente grave, dato che lo stesso Papa Eugenio III rifiutò di concedergli il perdono durante la sua visita all'Abbazia di Clairvaux. Secondo la tradizione Guglielmo si sarebbe convertito ad opera di Bernardo di Chiaravalle. Dopo aver compiuto tutti e tre i grandi pellegrinaggi medioevali a Santiago di Compostella, Roma, Gerusalemme, sarebbe giunto in Toscana dove si fece eremita.