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Ciclo agostiniano di Chieti

San Tommaso da Villanova fa l'elemosina ai poveri

San Tommaso da Villanova fa l'elemosina ai poveri

 

 

 

MICHELE CLERICI

1746-1751

Chieti, chiesa di sant'Agostino

 

San Tommaso da Villanova fa l'elemosina ai poveri

 

 

 

La formella è dedicata ad un altro santo agostiniano di grande spessore, quale fu san Tommaso da Villanova. La scritta in basso alla scena "ESURIENTES IMPLEVIT BONIS ET DIVITES DIMISIT INANES" descrive molto bene il significato della rappresentazione che ne ha fatto l'artista.

San Tommaso, nelle sue vesti episcopali con la mitra in testa, si affaccia al popolo dei fedeli elargendo l'elemosina a i poveri che lo cercano e lo acclamano. Il santo si affaccia sulla porta della chiesa con alle spalle dei chierici che portano la croce: dinanzi a lui troviamo bambini, poveri in ginocchio, donne che manifestano dignitosamente la loro povertà, a cui il vescovo non è insensibile. La sua mano sinistra si allunga verso di loro elargendo l'elemosina che desiderano ricevere.

 

Eremitano di S. Agostino e arcivescovo di Valenza, Tommaso da Villanova fu uno scrittore ascetico. Nacque a Fuenllana in Spagna nel 1486 da genitori caritatevoli e religiosi da cui ereditò un grande amore per i poveri. Da Villanueva de Los Infantes, città dove andò a vivere la sua famiglia e da cui prenderà poi il nome, a soli quindici anni fu mandato a studiare all'Università di Alcalà dove, nel 1509, ottenne il titolo di maestro di logica, fisica e metafisica.

Per tre anni seguì il corso di teologia, interrompendolo per reggere la cattedra di logica (1512-1516). I 15 anni di permanenza ad Alcalà imprimeranno una profonda impronta umanistica al resto della sua vita. Nel 1516 va a Salamanca per entrare nell'Ordine agostiniano. Divenne sacerdote nel 1518 a 32 anni. I suoi superiori ben presto scoprono le sue doti. Ricoprì ripetutamente la carica di priore: a Salamanca (1519-1521 e poi dal 1523 al 1525), visitatore della Provincia di Castiglia (1525-1527), provinciale della Provincia di Andalusia (1527-1529) e Castiglia (1534-1537), priore di Burgos (1531-1534 e ancora dal 1541 al 1544).

Dopo un primo rifiuto dell'arcivescovado di Granada (1542), fu costretto per obbedienza ad accettare la proposta di Carlo V ad arcivescovo di Valencia, dove si distinse per zelo pastorale e carità fattiva, verso i poveri, gli ammalati, i bisognosi d'ogni genere, fondando collegi per studenti e giovanette povere. Valencia si trovava in una condizione spirituale deplorevole: più di un secolo senza un vescovo residente, molti chierici in situazione irregolare, moreschi agitati. Tommaso, per prima cosa, dirige i suoi sforzi alla ricristinanizzazione della diocesi. Per formare un clero capace di dare con la sua vita una testimonianza autentica, fonda il collegio-seminario della Presentazione (1550). Convoca un sinodo e visita tutte le parrocchie, agendo con mano energica e paterna. Tra le sue opere pastorali, due meritano di essere ricordate: l'assistenza ai poveri e l'evangelizzazione dei moreschi. Si adoperò per il riscatto dei prigionieri: per tutte queste opere prodigò tutti i suoi averi. La riuscita attività in favore del gregge che gli era stato affidato e la sua erudizione fecero di lui uno degli uomini più rispettati del tempo e immagine del vescovo ideale. Lasciò vari scritti, tra i quali il celebre Sermòn del amor de Dios. Con la santità e l'austerità della vita la sua dottrina precorse la Riforma Tridentina in Spagna. Morì a Valencia nel 1555. Fu beatificato nel 1618 e Alessandro VII lo ha canonizzato nel 1658.

I suoi resti mortali sono esposti alla venerazione nella cattedrale di Valencia.