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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > GuntherCICLo AGOSTINIANo di MATTHAUS GUNTHER a Rottenbuch
L'apparizione della Continenza nel giardino di Milano
MATTHAUS GUNTHER
1742
Rottenbuch, chiesa della Natività di Maria
L'apparizione della Continenza nel giardino di Milano
E' la terza immagine che narra le vicissitudini della conversione. Fu dipinta da Gunther in persona e non da aiuti. Come fece a Novacella, anche qui riprende un passaggio delle Confessioni dove si parla del giardino: ma non ci sono più due piani, terrestre e celeste. Qui Continenza sta seduta al suo fianco sotto forma di graziosa dama settecentesca. Ella è leggermente girata verso Agostino e indica il cielo con un dito. Agostino la segue con lo sguardo: è ben vestito, un lungo mantello e discrete calzature. Due gruppi di angeli volteggiano sopra e le loro ali si confondono con il cielo. Più in alto, un altro gruppo di angeli circonda il triangolo trinitario, appena delineato, quasi che fosse all'infinito.
Ma ormai parlava senza più calore. Ormai da quella parte a cui guardavo e fremevo di passare qualcuno mi si stava rivelando: era la sobria distinzione della Continenza, con il suo sorriso luminoso e discreto, e il cenno carezzevole e il contegno con cui pareva invitarmi a venire da lei senza esitare più. E protendeva verso me devote mani, quasi a ricevermi e abbracciarmi, piene di buoni esempi, a grappoli. Tanti bambini e bambine, e poi ragazzi e giovani e gente d'ogni età, e vedove posate e antiche vergini: e in tutti questi la continenza non era affatto sterile, ma generava figli di gioia da te, Signore, loro sposo. E il suo sorriso era insieme di invito e d'ironia, quasi dicesse: "Non avresti il potere che hanno questi ragazzi, queste donne? E loro lo trovano in se stessi, e non nel loro Dio e Signore? Il loro Dio e Signore me li ha dati. Perché ti tieni a te stesso, e non ti contieni? Gettati in lui, senza paura: non si ritirerà perché tu cada! Gettati senza angoscia, ti accoglierà e tu sarai guarito". E la vergogna mi faceva paonazzo, perché intanto continuavo a udire il sussurro di quelle fantasticherie, ed ero ancora esitante, sospeso. E lei di nuovo pareva riprendere a parlare: "Fatti sordo alla voce impura del tuo corpo sopra la terra, per mortificarlo. Ti parlano del piacere, ma non conforme alla legge del tuo Dio e Signore." Questa controversia era tutta nel mio cuore, c'ero soltanto io contro me stesso. Alipio, immobile al mio fianco, attendeva in silenzio l'esito della mia inusitata agitazione.
AGOSTINO, Confessioni, 8, 12, 27