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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > GuntherCICLo AGOSTINIANo di MATTHAUS GUNTHER a Rottenbuch
Agostino è innamorato della Trinità
MATTHAUS GUNTHER
1742
Rottenbuch, chiesa della Natività di Maria
Agostino è innamorato della Trinità
Questa scena ricorda da vicino due incisioni di Bolswert che dopo la loro edizione nel 1624 influenzarono spesso l'iconografia agostiniana posteriore. Qui il soggetto è appena trasformato, ma si inserisce nel filone seicentesco. E' opera di un discepolo di Gunther: Agostino, un grande vecchio in abiti vescovili, è seduto al suo tavolo di lavoro e tiene aperto un grande libro, probabilmente il De Trinitate. Sotto lo stimolo dell'estasi, si è afflosciato su se stesso, come se stesse sognando e vede il cielo aprirsi. Un raggio di luce, quasi fosse una freccia lo colpisce direttamente al cuore: la freccia un doppio senso a dimostrare che l'amore per la Trinità è reciproco.
C'è un misterioso processo che avviene in Dio. Il Vangelo ci dice che Gesù di Nazareth era il Figlio di Dio. Ma che cosa significa? Che cosa vuol dire che Cristo e il Padre sono uno solo? L'interezza del messaggio cristiano sta proprio in questa unità, che si realizza sulla croce, grazie alla morte di Gesù, in quanto uomo. A questo proposito l'intelletto umano può trovare solo analogie. E il genio di Agostino ha esposto, in quindici analisi incredibilmente valide, il suo modo di approssimarsi a questo mistero dell'incarnazione di Dio e dello Spirito Santo. Di questi 15 libri possiamo qui prenderne in esame solo uno, e anch'esso solo per brevi cenni. Che cosa c'è di più misterioso dell'incarnazione di Dio?
D'altra parte fuori di te non esisteva nulla, da cui potessi trarre le cose, o Dio, Trinità Una e Trinità trina. Perciò creasti dal nulla il cielo e la terra ... Tu sei onnipotente e buono, per fare tutto buono, il cielo grande, come la piccola terra. C'eri tu e null'altro.
AGOSTINO, Confessioni 12, 7, 7
[...] Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di condurre coloro che chiedono ragione di tali cose, a contemplare con l'intelligenza, per quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad immagine di Dio, per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e, se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà. Chiunque, con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina, costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile, la ricorda con la memoria, la contempla con l'intelligenza, l'abbraccia con l'amore, certamente vi scopre l'immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità, che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in questa tenue somiglianza.
AGOSTINO, De Trinitate, XV, 39