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CICLo AGOSTINIANo di MATTHAUS GUNTHER a Rottenbuch

Agostino tra le Vanità e la Continenza, affresco di Matthaus Gunther nella chiesa agostiniana della Natività di Maria a Rottenbuch

Agostino tra le Vanità e la Continenza

 

 

MATTHAUS GUNTHER

1742

Rottenbuch, chiesa della Natività di Maria

 

Agostino tra le Vanità e la Continenza

 

 

 

Sono qui raffigurate le ultime esitazioni di Agostino prima della conversione. La alta statura del santo è maggiormente accentuata dal lungo mantello che tira a due mani un piccolo Amore campestre. Un altro amico di divertimenti lo scuote ma lui sembra resistere e con la mano destra indica dei simboli espliciti: un battistero e le chiavi di Pietro. Le tavole della Legge sono ritte in piedi: a sinistra i primi tre comandamenti e a destra tutti gli altri. Una giovane figura femminile religiosa cola in alto reggendo un triangolo, simbolo della Trinità.

 

A trattenermi erano le più vacue frivolezze e vanità di vanità, mie vecchie amiche, che mi tiravano per la veste di carne e sussurravano di sotto in su: "Non vorrai lasciarci ?" e "D'ora in poi non staremo più con te, mai più!"

"D'ora in poi non potrai più fare questo e quello, mai più!" E che insinuazioni sotto ciò che ho chiamato "questo e quello", che insinuazioni, mio Dio! La tua pietà le rimuova dall'anima del tuo servo. Che cose sordide, laide ! Ma io le udivo ormai a metà o molto meno: non mi venivano incontro con le loro obiezioni a viso aperto, ma bisbigliavano dietro le spalle come stuzzicandomi furtivamente, perché mi voltassi a guardare mentre fuggivo. Per colpa loro però mi attardavo, ed esitavo a strapparmele, a scuotermele di dosso e a volare in un salto là dove ero chiamato, mentre l'abitudine con tutta la sua forza insisteva: "E pensi di poterne fare a meno?"

AGOSTINO, Confessioni, 8, 11, 26