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CICLo AGOSTINIANo di MATTHAUS GUNTHER a Rottenbuch

Agostino guarisce degli infermi sulla sua tomba, affresco di Matthaus Gunther nella chiesa agostiniana della Natività di Maria a Rottenbuch

Agostino guarisce degli infermi sulla sua tomba

 

 

MATTHAUS GUNTHER

1742

Rottenbuch, chiesa della Natività di Maria

 

Agostino guarisce degli infermi sulla sua tomba

 

 

 

La scena ricorda un episodio miracoloso che viene già narrato a partire dal XIV secolo sulla base dei racconti di Jacopo da Varagine. Qui la sua tomba è diventata una ampio edificio rococò su cui volteggiano angeli e lunghi drappi. Una iscrizione è posta ben in evidenza: Erit sepulchrum eius gloriosum (Isaia 11, 10). Il suo sarcofago è posto sul pavimento con a sinistra il cuore infiammato e a destra un libro. Un vecchio canonico seduto prega con il cappello in mano. Sui gradini dei pellegrini gesticolano animando la scena. A sinistra alcuni bevono alla fontana miracolosa. Altri storpi si avvicinano alla tomba accompagnati da donne. Il personaggio in alto a sinistra sarebbe Gunther stesso che si sarebbe dipinto.

 

Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli. Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida.

- Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete.

Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: Ed immediatamente disparve.

Essi, giunti a Pavia, andarono nella chiesa di S. Pietro e quando seppero che là era il corpo di S. Agostino, gridarono:

- Sant'Agostino, aiutateci! I cittadini ed i religiosi accorsero, attratti dalla novità della cosa, ed ecco che per la tensione dei nervi, incomincia a colar del sangue che forma un rivo dalla porta della chiesa al sepolcro del santo, ed i malati che si avvicinarono al sepolcro furono guariti, né rimase in essi traccia d'infermità, di modo che la fama del santo si sparse sempre più ed una folla di ammalati incominciò ad affluire alla chiesa, e chiunque veniva era guarito e lasciava doni in ringraziamento.

La quantità di questi voti fu tale che tutta la cappella di S. Agostino ne fu piena ed allora furono messi nel vestibolo, ma presto anche lì furono tanti che rendevano difficoltoso il passaggio, ed i religiosi furono costretti a farli portare altrove.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea