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L'africa romana: CARTAGINE

L'anfiteatro romano di Cartagine: al centro la colonna di Perpetua e Felicita

L'anfiteatro romano di Cartagine: al centro la colonna di Perpetua e Felicita

 

L'ANFITEATRO DI CARTAGINE

 

 

 

I monumenti di questo tipo, creazione puramente romana, si svolgevano corse di carri, i combattimenti tra gladiatori e bestie selvagge. L'anfiteatro di Cartagine, costruito fin dalla fondazione della colonia romana, fu oggetto di trasformazioni nel corso del II e IV secolo dell'impero.

Per le sue dimensioni, che raggiungevano quasi quelle dell'arena di Roma (poteva contenere circa 36.000 spettatori) è considerato al primo posto tra gli anfiteatri del mondo romano: oggi ne rimangono soltanto modeste vestigia. Si può tuttavia riconoscere l'arena di forma ovale, la posizione delle gradinate ed i muri di recinzione ristrutturati.

Nel centro dell'arena, una moderna cappella fu innalzata dai Padri Bianchi in memoria delle martiri Perpetua e Felicita gettate in pasto alle belve in quest'anfiteatro per essersi rifiutate di rinunciare alla fede cristiana (del fatto parla la Passio SS. Felicitatis et Perpetuae, 18: "Inluxit dies victoriae illorum, et processerunt de carcere in amphitheatrum.").

Sant' Agostino non cessò mai di gridare contro tali mostruosità per tutta la sua vita, anche se ai suoi tempi gli anfiteatri cadevano in rovina: in Sermo a Dionisio 24, 13 scrive: "Videte amphitheatra ista, quae modo cadunt. Luxuria illa aedificavit." Di questo anfiteatro aveva scritto anche Tertulliano, nel suo De spectaculis, 19, 1: "Si saevitiam, si impietatem permissam nobis contendere possumus, eamus in amphitheatrum quales dicimur, delectemur sanguine humano."

L'anfiteatro, ormai quasi completamente in rovina, venne citato nell'XI secolo dal geografo arabo el-Bekri come il più interessante monumento di Cartagine.

  APPROFONDIMENTI

Le sue dimensioni erano maggiori di quelle dell'anfiteatro di el-Jem. Le vestigia attualmente visibili appartengono, nelle parti non ricostruite, a un anfiteatro del I sec., la cui cavea fu ingrandita nel II secolo; si riconoscono ancora i tratti di muro, posti a raggiera, che facevano parte delle sostruzioni della cavea. Un centinaio di m più a sud, rilievi aerei hanno permesso di individuare tracce di mura appartenenti forse allo stadio nominato da Tertulliano.