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L'africa romana: CARTAGINE

Le rovine della basilica paleocristiana detta la Damous-el-Karita

Le rovine della basilica paleocristiana detta la Damous-el-Karita

 

 

LA BASILICA DI DAMOUS EL KARITA

 

 

 

A Cartagine, le basiliche cristiane erano molto numerose, la loro costruzione proporzionata alla diffusione della fede cristiana. Le antiche testimonianze ne menzionano diciassette, ma ce ne dovevano essere molte di più. Scendendo dalla collina di Birsa si possono visitare le rovine di una basilica paleocristiana, la Damous-el-Karita: l'aspetto è quello di una sala a colonne molto ampia, colonne ora ridotte a tronconi emergenti dall'erba che cresce rigogliosa punteggiata di fiori gialli; doveva essere al centro di un vasto complesso di edifici cristiani, fra cui una cappella con tombe di martiri e un battistero.

Questa Damous El Karita, dall'espressione latina "domus charitatis", casa della carità, ha dimensioni imponenti (undici navate) su una planimetria alquanto confusa perché rifatta ben cinque volte.

Si tratta, infatti, di un vasto complesso basilicale comprendente due basiliche, cappelle, un battistero a base circolare sotterraneo, mosaicato e circondato da sedici colonne, sorto sull'area di un precedente cimitero romano.

Intorno a questo monumento, parecchie costruzioni sembrerebbero costituire la zona residenziale del clero.

  APPROFONDIMENTI

        La Chiesa ipogea 

 

L'insieme presenta migliaia di iscrizioni che si riferiscono alla comunità cristiana di Cartagine e magnifici bassorilievi risalenti al IV secolo. Sant'Agostino soleva trascorrervi lunghi periodi, ospite del Vescovo di Cartagine, nei suoi numerosissimi viaggi nella Capitale dell' Africa. In questa basilica si tenne anche la famosa conferenza del 397 in cui vennero accettati i codici evangelici attuali. Di rilevante importanza lo splendido battistero sotterraneo. Camminando tra le colonne e ci si avvicina al luogo sacro del martyrium: non si sarà inginocchiato qui Agostino a pregare accanto ai fratelli che avevano versato il sangue per Cristo, per chiedere luce e forza nella difesa della fede, messa in pericolo dalle eresie dei donatisti, dei pelagiani, dei manichei, degli ariani ?

Forse prima di lui qui si sarà inginocchiata la madre Monica, pregando e piangendo per quel suo figlio che vagava per sentieri bui, lontano dalla verità, fino ad ottenere di partorirlo una seconda volta alla Vita che non conosce tramonto. Sappiamo che nella zona si sono scoperti anche resti della basilica di Doulmes, a cinque navate con edifici annessi; e ancora la basilica di S. Cipriano, a sette navate, un cimitero cristiano e una basilica con un epitaffio dedicato a S. Perpetua e Felicita. Le piante delle basiliche a 5 e 7 navate sono eloquenti: dovevano accogliere un gran numero di fedeli.

Non sarà qui risuonata la parola del figlio di tante lacrime davanti a un pubblico attento alla spiegazione dei salmi poco la spiegazione dei salmi poco prima cantati in assemblea, o all'omelia domenicale, o alla catechesi pre e post-battesimale? Sappiamo che Agostino, divenuto sacerdote e poi vescovo, pur risiedendo a Ippona, veniva spesso chiamato a Cartagine per la predicazione e vi rimaneva a lungo: da maggio a settembre del 397, predicando una quarantina di volte; dal 25 agosto, a intervalli, fino all'8 novembre del 403; dal 19 maggio, a intervalli, fino all'11 settembre del 410; da gennaio a marzo del 411; da settembre a dicembre del 412; altre ripetute visite compì nel 413, 417 e 418. Senza contare le occasioni dei concili cartaginesi: una ventina in 35 anni.

  APPROFONDIMENTI

Famosa fu la Conferenza cattolico-donatista (Collatio) in cui egli ebbe un ruolo primario nella preparazione e che si concluse con la condanna del donatismo (1-9 giugno 411). Nei suoi 39 anni di attività pastorale si è calcolato che ha predicato più di 200 volte all'anno, in tutto circa 8000 volte! La produzione scritta è un mare immenso: oltre a quella di suo pugno gli stenografi hanno registrato i suoi discorsi, le confutazioni avvenute in pubblico durante giornate intere di confronti con gli avversari. Da Cartagine ogni tanto gli giungeva la sollecitazione a rispondere ad alcuni quesiti. "Un giorno... - è Agostino che riferisce - ... avvenne che in una piazza di Cartagine posta in riva al mare (quella bene evidenziata nella pianta dell' antico porto esposta nel museo) si tenesse una pubblica lettura con larghissima affluenza di un pubblico molto attento e interessato. Ad interessare l'uditorio era il libro di un eretico, o seguace di Marcione o comunque annoverabile fra coloro il cui errore consiste nel ritenere che non sia stato Dio a creare il mondo e secondo i quali il Dio della Legge trasmessa per tramite di Mosè e dei profeti che si rifanno alla Legge non sarebbe il vero Dio, bensì un demone fra i più malvagi.

Alcuni fratelli di intensa fede cristiana riuscirono a parvi sopra le mani e me lo inviarono senza indugio perché lo confutassi, rivolgendomi un pressante invito perché non dilazionassi la mia risposta. Ho articolato la mia confutazione in due libri ai quali ho premesso come titolo: Contro un avversario della Legge e dei Profeti".