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L'africa romana: CARTAGINE

Il grande mosaico romano con scene di pesca. Museo del Bardo

Il grande mosaico romano con scene di pesca. Museo del Bardo

 

 

IL PORTO PUNICO E IL PORTO MILITARE

 

 

 

All'estremità sud orientale della pianura litoranea, si estendono due bacini artificiali, identificati come i famosi porti punici di Cartagine, risalenti al III-II secolo a. C., epoca in cui Cartagine era ancora temuta per la sua marina militare e mercantile. Questi porti continuarono ad essere utilizzati all'epoca romana, pur con qualche modifica, conservando gli stessi mezzi d'azione e di difesa.

Nei pressi del sepolcro di Lella Salha si può ammirare ciò che resta del porto militare. Risalente al II secolo a. C., questo porto comprendeva nel suo centro una piccola isola che ospitava l'ammiraglio che sorvegliava e sovrintendeva ai movimenti della flotta. Si possono identificare con certezza le basi delle banchine che delimitavano il bacino, così come le calate poste a raggiera per tenere in secco le imbarcazioni.

Se ne contano fra 160 e 170, e possiamo così intuire che questo porto militare ospitava una flotta di circa duecento natanti. Una di queste banchine è stata parzialmente ricostruita. Lo stagno che si allunga verso il mare è ciò che resta del porto commerciale, originalmente di forma rettangolare, esteso su una superficie di sette ettari. In seguito a modifiche, attribuite all'imperatore Commodo (180-192 a. C.), esso prese la forma di un esagono allungato, simile al porto di Traiano ad Ostia.

Il porto di Cartagine potrebbe testimoniare arrivi e partenze di dominatori stranieri, di commercianti e colonizzatori ... Grazie ai porti avvengono incontri di popoli e di culture, perché è nello scambio che si divulgano le novità, si allargano gli interessi, si accende la curiosità. Così dal mare di Cartagine giunse pure l'annuncio del Cristo Risorto e penetrò nelle vie, nelle piazze, attraversando la città e le campagne circostanti penetrò nel cuore degli Africani. Lo testimonia la presenza di comunità cristiane numerose guidate dai loro vescovi, lo testimoniano i numerosi concili tenutisi a Cartagine, i martiri (tra i più noti, il vescovo Cipriano, Perpetua e Felicita) e gli scrittori apologetici che hanno disputato per riconoscere la Verità dall'errore: ancora Cipriano e poi Tertulliano e il grande Agostino.

Agostino, anche questo figlio della Tunisia, partì (era un giorno del 383) dal porto di Cartagine per recarsi a Roma e vi ritornò cinque anni dopo (tra la fine di luglio e i primi di agosto del 388), trasformato in un figlio della Chiesa. Cartagine aveva preparato un professore di retorica di tutto rispetto, che avrebbe potuto insegnare anche nelle scuole romane, ed ebbe di ritorno un cristiano afferrato dall'amore per la Verità finalmente trovata, entusiasta della sua scoperta, capace di dar ragione della sua speranza, di confutare gli errori delle eresie circolanti nell'Africa. Un appassionato delle Sacre Scritture, illuminato nell'esegesi e nella predicazione della Parola, al punto da attirare folle di ascoltatori; uno scrittore instancabile, disponibile a chiarire ogni dubbio, ogni questione, interpellato da semplici fedeli e da Vescovi, come punto di riferimento sicuro nella conoscenza della dottrina cattolica. Un figlio che divenne Padre della Chiesa universale. Sarà possibile trovare a Cartagine qualche segno che ricordi questo gigante della Chiesa e dell'Umanità?

Sappiamo che egli venne dalla città natale Ippona a Cartagine per studiare all'età di 17 anni e vi rimase dal 371 al 375. Mentre in famiglia aveva ricevuto un'educazione cristiana dalla fedelissima madre Monica, nella città di adozione percorse strade diverse e questo periodo è legato al ricordo della sua deviazione. Molto avrebbero da raccontare il porto, la grande piazza di marina e il lungo mare, se si pensa che in questi quattro anni di soggiorno cartaginese il giovane Agostino si innamorò perdutamente di una donna (da cui ebbe un figlio), un'esperienza che segnò la sua vita per sempre.

Bisognerebbe avere orecchi e cuore sensibili per ascoltare. Forse sarà più facile trovare qualche traccia visibile riferita al periodo successivo alla sua conversione, dopo il ritorno dall'Italia, quando frequentava le comunità cristiane.