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I resti del maestoso teatro romano di Cartagine
IL TEATRO ROMANO DI CARTAGINE
Di dimensioni imponenti, maestoso nell'aspetto, il teatro di Cartagine è uno dei più grandi in terra d'Africa.
Le ampie gradinate sfruttano il declivio naturale del terreno alle pendici di una collina. Vi potevano sedere migliaia di spettatori che potevano godere anche di uno straordinario panorama.
Vi mi mise piede anche sant'Agostino, che ne era allo stesso tempo affascinato e turbato durante il suo soggiorno a Cartagine, prima come studente e poi come insegnante di retorica. Ne parla nelle Confessioni, 3, 2, 2: "Veni Carthaginem ... Rapiebant me spectacula theatrica plena imaginibus miseriarum mearum et fornitibus ignis mei."
Delle atrocità dei suoi spettacoli parla Cipriano in Ad Donatum 8: "Converte hinc vultus ad diversi spectaculi non minus paenitenda contagia: in theatris quoque conspicies, quod tibi et dolori sit et pudori."
Il teatro occupa una piccola conca ai piedi della collina dell'odeon. Eretto agli inizi del II secolo d. C., fu restaurato in varie riprese prima di essere distrutto dai Vandali nel 439. Completamente ricostruito per gli spettacoli moderni, ospita le rappresentazioni allestite nell'ambito del festival culturale internazionale di Cartagine.
L'insieme, di dimensioni notevoli, comprendeva tre gallerie concentriche (ambulacri) e, in alto, un portico colonnato. Gli scavi hanno portato alla luce anche numerose statue, tra cui una, colossale, di Apollo, oggi al Museo del Bardo.
A sinistra: Statua di Mercurio, il figlio di Giove, a cui i romani consacravano i viaggiatori e i commercianti. La statua proviene dall'area del teatro ed è conservata al Museo del Bardo.
Al centro: Statua di Venere proveniente dall'area del Teatro. La dea porta in testa un prezioso diadema ed esprime una grazia e un casto pudore. Venere è in compagnia di un delfino che regge un amore. Questa statua sembra evocare un modello ellenistico eseguito da Prassitele.
A destra: Probabile statua di Ercole. L'individuazione è difficile, perchè acefala, tuttavia la possente muscolatura e la pelle di leone avvolta sulle spalle e attorno al petto fanno pensare a Ercole. Sono questi infatti gli attributi tipici del dio. La statua fu rinvenuti nei pressi del Teatro e risale al II secolo d. C. E' conservata al Museo del Bardo.