Contenuto
Percorso : HOME > Africa agostiniana > Cartagine > Museo del Bardo > CeramicaL'africa romana: Museo del Bardo a Tunisi
Oinochoe in pasta di vetro a becco trilobato
con una decorazione geometrica policroma.
Proviene dalla necropoli di Cartagine.
Risale al VI-V secolo a. C.
LA CERAMICA
Attestata in tutti i siti archeologici, la ceramica è utile agli studiosi come indicatore culturale e temporale, soprattutto quella utilizzata a diversi scopi, nell’architettura, nelle attività domestiche relative allo stoccaggio dei prodotti, alla conservazione degli alimenti e dei liquidi, al confezionamento e al consumo delle derrate alimentari. In età preistorica la ceramica è di tipo modellato in prevalenza da mani femminili.
Essenzialmente funzionale, questa produzione neolitica si esprimeva in varie forme, come vasi, bicchieri, piatti, vasi a fondo conico o aperto, mentre le tecniche di decorazione sono altrettanto numerose, quali l’incisione, la perforazione, l’excisione, la punzonatura, l’impressione, la smerigliatura. In età punica la produzione della ceramica si diversifica e migliora la qualità dei prodotti. Si trovano oggetti in ceramica comune di uso domestico, ceramica votiva destinata ad accompagnare il morto nelle tumulazioni, ceramica commerciale, anfore. Nel V secolo a. C. l’affrancamento della produzione dai modelli tradizionali fenici permise un rinnovamento delle forme e un arricchimento nelle decorazioni. Le anfore aumentarono di grandezza e si allungarono a tal punto da assomigliare ad aghi, mentre le lampade, delle specie di patere a due becchi, persero la loro apertura. Nello steso tempo, poco a poco, la decorazione dipinta con motivi geometrici fu sostituita da quella a decorazione vegetale.
I Punici furono anche dei grandi produttori di figurine in terracotta. In questo campo vengono distinti tre periodi: l’epoca arcaica con delle statuette di cultura egiziano-orientale; i secoli VI e V a. C. dove prevale lo stile greco-fenicio; i secoli IV-II a. C. con delle statuine il cui stile assorbe e amalgama le tradizioni greche e puniche. Il repertorio delle rappresentazioni nella coroplastica punica è assai ricco: vi ritroviamo divinità (Baal, Tanit, Astante, Bes .. ), animali, vegetali e altro. In età romana cambiano i gusti e cambiano gli stili. All’inizio si tratta di imitazioni di prodotti che giungono dall’altra riva del Mediterraneo, dall’Italia o dalla Gallia.
APPROFONDIMENTI
Ma a partire dal I secolo l’Africa avvia una vera e propria produzione autoctona. Da quel momento viene realizzata una terra sigillata originale, detta sigillata arancio chiaro, un tipo di prodotto che a poco a poco si impone in tutto il Mediterraneo surclassando gli altri tipi di ceramica. Dinamica, plastica, la terra sigillata africana conobbe una evoluzione che è largamente conosciuta grazie agli studi dei ceramologhi. Si riconoscono diverse classi di prodotti in relazione all’impasto usato, la forma e le decorazioni: A (I-II secolo), C (III-V secolo), D (IV-VII secolo) e, dopo qualche tempo la E (Tunisia meridionale). Oltre a questa produzione composta da tegole, piatti, vasi, bicchieri, tazze, anforette, troviamo lampade, anfore, figurine di terra cotta, oltre a oggetti che ornano oggi le vetrine e i muri del Museo del Bardo.