Contenuto
Percorso : HOME > Africa agostiniana > Cartagine > Museo del Bardo > ScrittureL'africa romana: Museo del Bardo a Tunisi
Mosaico con scene marine (parzialmente reinterpretato)
SCRITTURE ED EPIGRAFIA
L'Africa romana, avendo conosciuto diverse civiltà, conobbe anche diverse lingue e sistemi di scrittura: il libico, il punico, il latino.
Il libico: per mettere in simboli la loro lingua i berberi usavano una scrittura consonantica a caratteri geometrici (cerchio, barra, doppia barra etc.). Derivato dall'alfabeto semitico, questo alfabeto libico è noto grazie a molteplici iscrizioni bilingui (punico-libico e poi latino-libico) ritrovati nell'attuale Tunisia a Thougga e in altre regioni del nord Africa. Brevi e laconici, questi documenti funerari risalgono fino al VII-VI sec. a. C. e hanno una grande importanza linguistica.
Il punico: questa scrittura è derivata da quella fenicia. Tuttavia presenta forme più evolute e si distingue dalla scrittura madre per l'adozione del corsivo. Sono state scoperte migliaia di queste iscrizioni puniche a Cartagine (più di 6000), a Hadrumetum, a Thougga, a Mactaris e altre località. L'importanza di questo corpus epigrafico testimonia la larga diffusione di una scrittura alfabetica di facile apprendimento.
Il latino: conseguenza e manifestazione della romanizzazione dell'Africa del nord, la sua diffusione avanzò di pari passo al progredire dell'avanzata romana. Nel territorio cartaginese, che aveva una lunga tradizione di apertura, di civiltà e di multilinguismo, il latino fu un utile strumento per l'amministrazione e la gestione dello stato. Senza abbandonare completamente il libico e il punico, gli africani vi trovarono un mezzo ulteriore di espressione e di produzione letteraria e artistica.
Oltre a migliaia di iscrizioni latine di ogni tipo (iscrizioni onorifiche, funerarie, pietre miliari, dedicazioni, titolature imperiali) che ricordano fatti ed episodi della vita privata e pubblica, queste regioni hanno restituito numerosi testi, opere realizzate da retori, grammatici, apologisti, intellettuali che dimoravano a Cartagine, una città che allora costituiva uno più grandi poli culturali dell'impero romano.
Durante il basso impero, all'epoca delle invasioni barbariche che avevano contribuito al declino della cultura classica nella maggior parte delle regioni dell'impero, il nord Africa, anche nel periodo vandalo, mantenne a Cartagine l'educazione come era impartita nei periodi di splendore. Nella tarda antichità, l'Africa fu luogo di esportazione per lettere e manoscritti in Italia meridionale, in Spagna e anche nella Gallia del sud. Questo contributo, non c'è dubbio, preparò le basi per la nascita dell'umanesimo medioevale.