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Piano secondo del Museo del Bardo
IL PIANO SECONDO DEL MUSEO DEL BARDO A TUNISI
Sala 29: in questa galleria sono esposti terrecotte, statuette, vetri e piccoli bronzi. Le statuette in terracotta erano dedicate a divinità e spesso deposte nelle tombe per proteggere l'anima dei defunti. Risalgono per la maggior parte al II-III secolo d. C. e sono state trovate nelle necropoli di Sousse ed el-Jem.
Rappresentano nani, animali, figure grottesche e maschere cui si attribuiva il potere di spaventare gli spiriti maligni. La collezione di vetri comprende sia oggetti connessi a riti funebri (urne cinerarie ecc.) sia utensili che facevano parte del corredo funerario del defunto.
Sala 30: a destra, in un vestibolo, mosaico di Teseo che uccide il Minotauro (Thuburbo Majus; fine III - inizi IV secolo), dove i cadaveri di adolescenti, sparsi sul pavimento, ricordano il tributo annuale che gli Ateniesi dovevano offrire al mostro cretese. Parte dei mosaici di questa sala si ispira al tema dei giochi circensi (spettacoli di caccia agli animali feroci), come nel caso di quelli provenienti da el-Jem, da Cartagine (fine II secolo), da Thuburbo Majus (IV secolo).
Nel mosaico degli Amorini vendemmiatori (Dougga; IV secolo) ritorna il repertorio della simbologia dionisiaca; mosaico del poeta tragico (Thuburbo Majus; III secolo): dietro il poeta, assorto nella meditazione, due maschere tragiche; nel mosaico di Bacco col geco (el-Jem; IV secolo), belve che si sbranano nell'arena circondano la scena principale; la caccia ai daini e agli struzzi (le Kef, III secolo), con gli animali chiusi in un recinto, può rappresentare sia la loro cattura in vista dei giochi sia un parco di caccia.
Sala 31: vi si trovano vari mosaici pavimentali, tra cui una Venere che rimprovera gli Amorini (Utica; II secolo) e una Diana cacciatrice (Utica; II secolo); al centro di questo si trova un albero i cui rami occupano quasi tutta la superficie del pannello, mentre a sinistra la dea si appresta a scoccare un dardo contro una cerbiatta assai stilizzata; una citazione da Douggha.
Sala 32: sulla parete di destra entrando, pavimento di calidarium di terme (Thaenae; III secolo), contenente tra l'altro due medaglioni nei quali sono ritratti Diana al bagno, sorpresa da Atteone, e Ila, che attinge acqua alla fonte delle ninfe; rivestimento musivo di fontana (Cartagine; IV secolo), in cui è raffigurato un paesaggio marino con barche, all'interno delle quali alcune ballerine danzano al suono delle nacchere; mosaico dei giochi circensi (Korba; III secolo), con i simboli dei domatori che nell'arena si opponevano alle bestie feroci.
Sala 33, detta di Acholla. Sulla sinistra della porta d'ingresso: Centauro marino che rapisce una ninfa (terme di Acholla; II secolo), in cui il movimento dei flutti è reso mirabilmente grazie a tratti spezzati neri, verdi e cerulei. Dioniso che cavalca una tigre (inizi II secolo): medaglione circolare con il giovane dio che reca un tirso e conduce una belva.
Il pezzo principale della sala è lo splendido mosaico che ritrae il trionfo di Dioniso (II secolo). Il dio è raffigurato nel pannello centrale, in piedi su una biga trainata da due centauri marini; da una parte e dall'altra, all'interno di medaglioni circolari, si trovano raffigurazioni allegoriche, a sinistra della primavera e a destra dell'inverno. Due fregi a fioroni e rosette e due registri a motivi marini (Amorini che cavalcano delfini, Nereidi su ippocampi, Centauri con attributi bacchici) completano il tutto.
Da segnalare ancora: mosaico con tema dionisiaco (115-130 d. C.), raffigurante una scena di teatro con un trofeo e alcune cappelle che ospitano statue del dio, contadini che raccolgono frutti e, nel registro superiore, la Vittoria su un carro tra due maschere del Vento, un Tritone e un busto di Stagione; grande mosaico delle fatiche di Ercole (casa di Asinius Rufus; verso il 184 d. C.), che compariva sul pavimento di un triclinium a forma di T: all'interno di tredici riquadri sono ritratte figure umane, animali o esseri mostruosi, che rappresentano gli avversari affrontati dall'eroe nel corso delle sue fatiche; mosaico con nature morte (casa di Nettuno; II secolo). Una vetrina espone statuette in bronzo, marmo e terracotta, tra le quali una, in bronzo, di Bacco (isola di la Galite), copia romana di un originale eseguito, secondo la tradizione, da Prassitele.
Sale 34-35, dette degli Affreschi: oltre a frammenti di affreschi da Cartagine, el-Jem e Gightis, vi sono alcuni mosaici raffiguranti paesaggi marini o giochi circensi (mosaico dell'auriga: Dougga; IV secolo) o il tema di Diana (el-Jem; III secolo) che estrae una freccia dalla faretra.