Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Ottocento > Vita de' Santi

CICLo AGOSTINIANo in una Vita de' Santi

Agostino incontra Gesù sulla spiaggia, nella pubblicazione francese di in una Vita di sant'Agostino

Agostino incontra Gesù sulla spiaggia

 

 

KOLB G.

1880 circa

Edizione francese di una Vita de' Santi

 

Agostino incontra Gesù sulla spiaggia

 

 

 

Kolb è l'incisore che ha raffigurato con grande semplicità l'episodio leggendario dell'incontro di Agostino con un fanciullo in riva al mare. Seguendo parzialmente la lezione di Murillo riesce a darne una delle interpretazioni più belle: il paesaggio digradante e la manifestazione dei caratteri dei due personaggi. Agostino è di alta statura, quasi immenso, d'una bellezza grave, si stacca con chiarezza davanti al mare con sulla destra il forte della città. Il bambino, che non è porta l'aureola, ha un aspetto molto realista. Si rivolge ad Agostino e discute con lui. Non gioca più ma alza la mano lasciando ai piedi la buca dove versava l'acqua del mare.

 

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.