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CICLo AGOSTINIANo in una Vita de' Santi

Traslazione delle spoglie di Agostino ad Algeri, nella pubblicazione francese di in una Vita di sant'Agostino

Traslazione delle spoglie di Agostino ad Algeri

 

 

VERDEIL PIERRE

1880 circa

Edizione francese di una Vita de' Santi

 

Traslazione delle spoglie di Agostino ad Algeri

 

 

 

La scena è una novità nell'iconografia tradizionale agostiniana. Abitualmente erano rappresentate le traslazioni delle sue spoglie da Ippona in Sardegna e successivamente in Italia, prima a Genova e poi a Pavia, passando per l'episodio miracoloso di Savignone. Ma i cicli tradizionali trecenteschi, quattrocenteschi e dei secoli seguenti non potevano contare su questa traslazione eccezionale delle spoglie del santo che raggiunsero Algeri, in terra africana, colonia francese, nel 1842. L'episodio ebbe grande risonanza, poichè idealmente portava il santo nei luoghi che lo videro nascere e poi sviluppare il suo magistero episcopale.

L'incisione è stata firmata da Pierre Verdeil, artista francese nato a Nîmes nel 1812 e ci presenta la spettacolare processione che accompagnò le spoglie dal loro arrivo via mare fino alla cattedrale della città. Una lunga teoria di sacerdoti e fedeli si snoda lungo la marina e si perde all'orizzonte: a sinistra un gruppo di persone osserva con attenzione la processione così come fa a destra un gruppo di arabi. Nel porto diverse barche si muovono con i remi e accompagnano il corteo.

 

Il suo corpo sottratto ai Vandali durante l'incendio e distruzione di Ippona, venne trasportato poi a Cagliari dal vescovo Fulgenzio di Ruspe, verso il 508-517 circa, insieme alle reliquie di altri vescovi africani.

 

Sembra che il trasporto delle spoglie del santo in Sardegna nel 486 sia stata opera di vescovi africani fra i quali spicca Fulgenzio di Ruspe, uno dei più venerandi proscritti di famiglia senatoriale cartaginese. Le persecuzioni vandaliche contro i cristiani sotto i regni di Unerico e Trasamondo, consigliarono a molti cristiani l'esilio in Gallia e in Italia. Anche il vescovo Fulgenzio, che in una certa misura è l'ultimo discepolo di Agostino in terra africana, fu costretto all'esilio. Con lui le spoglie giunsero a Cagliari, dove ancora oggi nella chiesa di san Saturnino (V sec.) si venera la tomba vuota di Agostino. L'invasione saracena dell'isola di nuovo non concesse riposo alle spoglie del santo, che furono riscattate da Liutprando, il quale se le portò definitivamente a Pavia. Alcuni anni dopo la sua morte i barbari che erano divenuti padroni della città profanavano le chiese; allora i fedeli presero il corpo del santo e lo trasportarono Sardegna; erano passati 280 anni dalla sua morte.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea