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CICLo AGOSTINIANo in una Vita de' Santi

Morte di Monica, nella pubblicazione francese di in una Vita di sant'Agostino

Morte di Monica

 

 

HERCULE B. L .

1880 circa

Edizione francese di una Vita de' Santi

 

Morte di Monica

 

 

 

L'incisione è opera di Hercule B. L. che ci presenta la scena della morte di Monica secondo uno schema tradizionale con la sola novità di Agostino vestito da vescovo. Monica è distesa su un letto con una camicia bianca: due persone le stanno vicino. Una ai piedi del letto è inginocchiato e le tiene una mano: un'altra in piedi, dietro il letto, si appoggia al cuscino e la guarda con tenerezza. L'episodio è ambientato in una camera angusta in cui penetra una profonda luce da una finestrella in alto. Questa luce è talmente forte che riesce a illuminare l'intera camera. Il letto è piuttosto semplice: Monica ha la testa reclinata sul cuscino e guarda verso Agostino. Il fatto che il figlio sia vestito da vescovo fa sorgere il dubbio che la scena si riferisca piuttosto ad un altro episodio che si svolge in circostanze analoghe con un infermo a letto accudito da altre persone. In questo caso la scena rappresenterebbe piuttosto la guarigione di Innocenzo, che vede Agostino vescovo al capezzale dell'importante personaggio romano.

 

Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "… Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27