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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Ottocento > Vita de' SantiCICLo AGOSTINIANo in una Vita de' Santi
La gioventù dissoluta di Agostino
B. L. HERCULE - P. ROUGET
1880 circa
Edizione francese di una Vita de' Santi
La gioventù dissoluta di Agostino
La scena incisa da Rouget e Hercule cerca di descrivere con una certa enfasi la gioventù di Agostino. Nelle Confessioni il santo ne parla con accenti spesso negativi, ma senza mai produrre episodi di particolare gravità: gli incisori hanno così immaginato le bravate di Agostino sotto forma di incontri con gli amici e con scene di caccia. Ben lungi dal suscitare nello spettatore un senso di riprovazione, la doppia scena ispira piuttosto una tranquilla serenità e una certa piacevolezza: quasi che Agostino abbia avuto una normale gioventù, con gli alti e i bassi propri di quella stagione umana.
370 d. C.
Agostino si reca a Cartagine dove conduce una vita sregolata e dove si appassiona ai giochi e agli spettacoli teatrali.
Mi attiravano gli spettacoli teatrali, colmi di raffigurazioni delle mie miserie e di esche del mio fuoco. Come avviene che a teatro l'uomo cerca la sofferenza contemplando vicende luttuose e tragiche e che, se pure non vorrebbe per conto suo patirle, quale spettatore cerca di patirne tutto il dolore e proprio il dolore costituisce il suo piacere? Miserevole follia, non altro, è questa.
AGOSTINO, Confessioni 3, 2, 2
Per tutto questo tempo - nove anni, dai miei diciotto ai miei ventisette anni - fummo sedotti e seduttori, ingannati e ingannatori in preda alle passioni più svariate: e pubblicamente lo eravamo attraverso le discipline cosiddette liberali, ma in segreto nel falso nome della religione: coltivando con quelle l'orgoglio, con questa la superstizione, la vanità in ogni caso. Da una parte, sempre all'inseguimento di una vacua popolarità - sì, fino a cercare l'applauso delle platee, a scendere in lizza per i premi letterari con le loro corone di paglia, fra le frivolezze degli spettacoli e i più sregolati capricci. Dall'altra, in un continuo desiderio di espiazione, non si faceva che portare ai santi e agli eletti, come li chiamavano, alimenti da cui costoro nell'officina della loro pancia potessero fabbricare angeli e dei, a nostra liberazione.
AGOSTINO, Confessioni, 4, 1, 1