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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > CarlisleCICLo AGOSTINIANo dI Carlisle
Liutprando porta le spoglie di Agostino a Pavia nel disegno di Robert Carlile del 1795
MAESTRO DI CARLISLE
(1484-1507)
Cattedrale di Carlisle
Re Liutprando porta le spoglie di Agostino a Pavia
L'iscrizione è più leggibile della stessa pittura: Her liedbrand the kyng of lumberdy hym translate fro sardyne to pavie. Il soggetto è tratto dalla Leggenda Aurea e ritorna ancora nei cicli di Pavia, Gubbio e Viterbo, nonchè in molte miniature tedesche del XV secolo. Si può distinguere a destra la chiesa di S. Pietro in Ciel d'Oro e a sinistra il carro che trasporta le reliquie. Seguono i cavalli del corteo, fra cui si distingue quello di re Liutprando. Il re porta in mano lo scettro. Tre persone sono raffigurate davanti al carro.
Alcuni anni dopo la sua morte i barbari che erano divenuti padroni della città profanavano le chiese; allora i fedeli presero il corpo del santo e lo trasportarono Sardegna; erano passati 280 anni dalla sua morte. Nell'anno 718, Liutprando, re dei Longobardi, saputo che i Saraceni avevano devastato la Sardegna, vi mandò ambasciatori a rilevare le reliquie del santo e portarle a Pavia, ed esse pagarono un forte riscatto e le portarono a Genova. Il re appena lo seppe si affrettò ad andare incontro alle reliquie e le ricevette con gioia e venerazione. Il giorno appresso non si riuscì a procedere fino a che il re non ebbe fatto il voto di innalzare una chiesa in onore di S. Agostino se le reliquie fossero giunte a Pavia. Fatto il voto si poté procedere con la massima facilità, ed il re, fedele sue promesse costruì in onore del santo una magnifica basilica, sul luogo stesso dove il miracolo era avvenuto.
Lo stesso fatto accadde il giorno appresso a Casale, ed anche lì fu eretta una chiesa. Il re vedendo che il santo era desideroso che fossero erette delle chiese in suo onore, e d'altra parte temendo che egli volesse fermarsi in qualche città differente da quella che egli stesso aveva scelto, si affrettò a costruire una chiesa in ciascun dei luoghi dove, passando, il corpo soggiornava. Giunto finalmente a Pavia, lo fece riporre con gran venerazione nella chiesa di S. Pietro.
Jacopo da Varagine, Legenda Aurea
Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi
PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48
Nella Aurelii Augustini episcopi ypponensis l'autore, come finale della parte dedicata a Sant'Agostino presbitero e vescovo dice nel f. 11v: "Hic dum in yponensi sepultus esset regione, propter immunditiam et crudelitatem gentium inde albatus (ablatus?), in Sardinea est repositus, decurrentibus itaque (a) die obitus eius ferme CCLXXXta. annis usque ad tempora Limprandi regis lomgobardorum. Qui audiens quod sarraceni depopulata Sardinea et loca illa fedarent ubi ossa dicti patris Augustini ob vastationem barbarorum olim translata et honorifice recondita fuerant, misit et dato magno pretio accepit et transtulit ea Ticinum ad tanti sancti doctoris honorem ecclesias edificando quocumque hospitando manebant. Que utique ossa in basilica beati Petri, que a ticinensi populo celum aureum nuncupatur, cum debito tanti patris honore recondidit. Iure igitur in apostolica est colocatus ecclesia qui pro apostolica dimicans fideliter fide vivens verbis et hactenus scriptis dyabolicas hereticorum fraudes patefaciendo disperdidit ac in eadem patria et provincia merito voluit precipue venerari, in qua ei Deus primo concessit ab eius erroribus mundari et ipsi Deo in sancte conversationis habitu servire incepit".