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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > CarlisleCICLo AGOSTINIANo dI Carlisle
Agostino indica a pellegrini e storpi la via per raggiungere la sua tomba a Pavia nel disegno di Robert Carlile del 1795
MAESTRO DI CARLISLE
(1484-1507)
Cattedrale di Carlisle
Agostino defunto indica a dei pellegrini storpi il luogo della sua tomba
L'iscrizione è leggibile solo in parte: Her he aperyd unto these men thre and bad yam go to ... L'episodio dei pellegrini storpi che si recano sulla tomba di Agostino è noto nei cicli di Pavia e nel Codice di Firenze. Agostino appare loro non lontano da Pavia e promette loro la guarigione se si recheranno sulla sua tomba. Sulla sinistra Agostino si staglia sull'entrata: verso di lui si dirigono tre infermi con le stampelle. La scena è tratta dalla Legenda Aurea, di cui segue la descrizione.
13. Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli. Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida. Passate le montagne giunsero ad un paese chiamato Cava, a tre miglia Pavia, ed allora apparve loro S. Agostino vestito di abiti pontificali, che usciva da una chiesa costruita in onore dei Santi Cosma e Damiano. Il santo li salutò e domandò loro dove andassero, e quando ebbero risposto che andavano a Roma disse loro: - Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete.
Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: - Io sono S. Agostino, vescovo di Ippona.
Ed immediatamente disparve. Essi, giunti a Pavia, andarono nella chiesa di S. Pietro e quando seppero che là era il corpo di S. Agostino, gridarono: - Sant'Agostino, aiutateci!
I cittadini ed i religiosi accorsero, attratti dalla novità della cosa, ed ecco che per la tensione dei nervi, incomincia a colar del sangue che forma un rivo dalla porta della chiesa al sepolcro del santo, ed i malati che si avvicinarono al sepolcro furono guariti, né rimase in essi traccia d'infermità, di modo che la fama del santo si sparse sempre più ed una folla di ammalati incominciò ad affluire alla chiesa, e chiunque veniva era guarito e lasciava doni in ringraziamento. La quantità di questi voti fu tale che tutta la cappella di S. Agostino ne fu piena ed allora furono messi nel vestibolo, ma presto anche lì furono tanti che rendevano difficoltoso il passaggio, ed i religiosi furono costretti a farli portare altrove.
Jacopo da Varagine, Legenda Aurea