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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > ChietiCiclo agostiniano di Chieti
Il sogno di Monica
MICHELE CLERICI
1746-1751
Chieti, chiesa di sant'Agostino
Il sogno di Monica
La formella illustra un episodio che Agostino descrive nelle Confessioni, dove ricorda un sogno che fece sua madre Monica. Nel sogno sarebbe apparso un angelo che avrebbe indicato a Monica il radioso destino futuro del figlio Agostino.
L'autore ha realizzato questo evento ambientandolo in uno spazio classico con rari elementi di colonne spezzate, dove la scena è principalmente occupata dalle figure di Monica e dell'angelo. Quest'ultimo appare su una nuvola e si rivolge a Monica, che lo osserva con una vibrante attenzione. Nella fascia superiore altri due angioletti osservano compiaciuti la scena, mentre da un'altra nuvola discendono impetuosi dei fasci di luce che investono Monica.
La scena è spiegata dalla scritta sottostante:
AUGUSTINI MATER DEVOTISSIMA
QUEM CARNE
PRIUS PEPERAT MUNDO
CHARITATIS VI CERIBUS
POSTENODUM
MULTO SEMINE LACRIMARUM
GENUIT CRISTO
Il fatto descritto è posteriore all'anno 373, quando Agostino aderisce al manicheismo. Al colmo della disperazione per le sorti del figlio, Monica fa un sogno dove, sospesa ad una asticella, incontra un bellissimo giovane che la invita a essere più tranquilla e a rasserenarsi indicandole il figlio poco dietro di lei. In tal modo l'angelo le stava profetizzando che Agostino si sarebbe convertito al cristianesimo.
11. 19. E tu stendesti la tua mano dall'alto e strappasti l'anima mia a questa nebulosa profondità. Intanto mia madre che credeva in te piangeva per amor mio più di quanto una madre piangerebbe la morte fisica di suo figlio. Vedeva la mia morte grazie alla fede e allo spirito ricevuto da te, e tu le porgesti ascolto, Signore. L'hai ascoltata e non hai disprezzato i fiumi di lacrime di cui rigava il terreno sotto i suoi occhi in ogni luogo di preghiera: l'hai ascoltata. Perché da dove le venne il sogno con cui l'hai confortata nella decisione di vivere con me e dividere la mensa nella stessa casa? Dopo che inizialmente aveva rifiutato di farlo, non potendo tollerare i miei blasfemi errori. Si vide in piedi sopra un metro di legno, e le veniva incontro un giovane luminoso e lieto e le sorrideva, a lei che era afflitta e anzi sopraffatta dall'afflizione. E questi le chiese le ragioni della sua tristezza e delle sue lacrime quotidiane: più per darle un consiglio che per sapere, come spesso accade: e lei rispose che piangeva sulla mia rovina. Al che l'altro per tranquillizzarla la esortò a guardar bene: non vedeva che dove era lei ero anch'io? Ella allora guardò bene e mi vide accanto a sé, in piedi sulla stessa asta. Qual era l'origine di questo sogno, se non che il tuo orecchio era sul suo cuore, o bene onnipotente che ti prendi cura di ciascuno di noi come se avessi solo lui da curare, e di tutti come di ciascuno.
11. 20. E come si spiega anche questo, che avendomi raccontato il sogno, e tentando io di dedurne che era lei piuttosto ad apprestarsi a divenire quale io ero, e non doveva disperarsene, subito senza un attimo di esitazione "No," replicò "perché non mi ha detto: dove è lui sei anche tu, ma dove sei tu è anche lui". Ti confesso, Signore, quello che mi riaffiora alla memoria, e non ne ho mai fatto mistero: ancora più del sogno mi colpì questo tuo responso che mia madre mi diede a mente desta, quando, senza lasciarsi per nulla turbare da un'interpretazione falsa ma plausibile come la mia, vide tanto prontamente quello che era da vedere - e che io certo non avevo visto prima che lei me lo dicesse. Un sogno che con tanto anticipo annunciava a quella religiosa donna, a consolarla dell'angoscia presente, la gioia che tanto più tardi doveva toccarle. Ben nove anni passarono infatti: e io continuavo a rivoltarmi nel fango di un abisso e nel buio dei pensieri falsi, e spesso tentai di rialzarmi per ricadere più pesantemente. Intanto lei, che era una di quelle vedove caste, devote e sobrie che tu ami, sempre pronta alle lacrime e ai sospiri anche se ora aveva un po' di sollievo dalla speranza, non tralasciava mai durante le sue preghiere di invocare il tuo aiuto per me, e le sue preghiere giungevano al tuo cospetto: eppure ancora mi lasciavi avvolgere e rivoltare nella nebbia.
AGOSTINO, Confessioni 3, 11, 19-20
La madre versava calde lacrime per lui, desiderosa di ricondurlo alla vera fede; una volta, come si legge nel terzo libro delle Confessioni, mentre essa era tanto afflitta, le apparve un giovane che le domandò la causa del suo dolore, ed essa, rispose:
- Piango la morte di mio figlio.
Ma l'altro rispose: - Calmati, egli sarà dove sarai tu.
In quel mentre il figlio le viene vicino, ed essa gli raccontò quello che aveva visto, ma il figlio le disse:
- Ti inganni, mamma, quello che ti è stato detto non avverrà mai.
Ma essa rispose: - No, figlio; mi è stato detto che tu sarai dove sarò io.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea