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CICLo AGOSTINIANo inciso dai fratelli Klauber

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine, da una Stampa dei fratelli Klauber

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

JOSEPH SEBASTIAN E JOHANN BAPTIST KLAUBER

1758

Biblioteca Nazionale di Madrid

 

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

L'immagine, così cara al gusto del XVI secolo, è qui trattata con molta semplicità. Ancora una volta la scena si svolge nella biblioteca invasa dalle nuvole. A sinistra Cristo in croce è ritto in piedi sopra una scritta dove si legge: Deus, qui pro redemptione mundi voluisti nasci, circumcidi a Iudaeis reprobari ... Un getto di sangue investe Agostino in pieno viso. In faccia al crocifisso troviamo la Vergine dall'aspetto giovanile con il piede posto su una luna nascente. Dal suo seno sinistro schizza un getto di latte verso Agostino. In ginocchio davanti alla croce, ha un libro aperto sulla scrivania: Officium beatae Virginis Mariae. Agostino prega dicendo: hinc pascor a vulnere. Altri due angeli in primo piano reggono un libro.

 

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.