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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Riccardo AnnibaldiIL CARDINALE ANNIBALDO ANNIBALDI
40 personaggi illustri fra cui Annibaldo Annibaldi
IL CARDINALE ANNIBALDO ANNIBALDI
DIPINTO DA TOMMASO DA MODENA
Il cardinale Annibaldo Annibaldi compare in uno splendido affresco di Tommaso da Modena. L'affresco ha un'altezza media del fregio figurato di cm 150. Si trova a Treviso, ex convento di San Nicolò ora Seminario, nella Sala capitolare. L'affresco ricorda e celebra Quaranta personaggi illustri dell'Ordine Domenicano. Il Ciclo dei Domenicani insieme al Ciclo di Sant'Orsola è l'opera che ha permesso di conoscere e apprezzare Tomaso da Modena. Affrescato nella Sala del Capitolo dell'ex convento di San Nicolò, attualmente Seminario, posto sotto il soffitto ligneo, al di sotto di una fascia decorativa a fogliami, ricopre per intero la parte superiore di tre pareti e parte della quarta ove al centro è raffigurata una Crocifissione che risale al 1250.
Il Ciclo che rappresenta quaranta personaggi illustri dell'Ordine Domenicano fu commissionato a Tomaso dai Domenicani molto probabilmente nella persona di fra' Fallione che desiderava celebrare l'Ordine in occasione del Capitolo Generale dell'Ordine che si pensava si sarebbe tenuto a Treviso, cosa che poi non avvenne. Incaricato dunque nel 1351, Tomaso completò l'opera nel giro di un anno, esattamente nel 1352, come attesta l'iscrizione, purtroppo oggi molto rovinata, ma che possiamo integrare grazie alla trascrizione eseguita dal Federici, posta, una volta entrati nella sala, sul lato destro del portale ove compare anche il nome dell'artista:
("ANNO DOMINI MCCCLII PRIOR TARVISINUS ORDINIS PREDICATORUM DEPINGI FECIT ISTUD CAPITULUM ET THOMAS PICTOR DE MUTINA PINXIT ISTUD") A sinistra dell'entrata è scritta sempre in caratteri gotici un'altra iscrizione nella quale in maniera molto sintetica viene raccontato sia dell'arrivo dei Domenicani a Treviso nel 1221 sia dell'edificazione del Convento di San Nicolò. ("ANNO DOMINI MCCXXI FRATRES PREDICATORES PRIMO TARVISIUM VENERUNT ET EODEM ANNO COMMUNITAS TARVISINA EISDEM AEDIFICAVIT CONVENTUM S. NICOLAI IN QUO NUNC AD LAUDEM DEI ET SUAE MATRIS VIRGINIS GLORIOSAE ET S. NICOLAI AC UTILITATEM POPULI TARVISINI COMMORANTUR") Tomaso da Modena inizia molto probabilmente il suo lavoro dalla parte destra della Crocifissione, come sembrano testimoniare alcune tracce di una certa tendenza al generico.
Partendo dunque dalla parte destra della Crocifissione sono raffigurati: Papa Innocenzo V, Papa Benedetto XI, Cardinale Ugo di Provenza; nella parete a sud si susseguono numerosi cardinali: Cardinale Annibaldo degli Annibaldi, Cardinale Pietro di Tarantasia, Cardinale Roberto d'Inghilterra (di Kilwardby), Cardinale Latino Malabranca, Cardinale Ugo di Billom, Cardinale Nicolò Boccassino (futuro papa Benedetto XI), Cardinale Niccolò da Prato, Cardinale Gualtieri d'Inghilterra (di Winterburn), Cardinale Niccolò da Rouen (di Freauville), Cardinale Tomaso d'Inghilterra (di York); nella parete a ovest ai cardinali seguono i frati: Cardinale Guglielmo d'Inghilterra (Marlesfeld), Cardinale Matteo Orsini, Cardinale Guglielmo di Bayonne, Cardinale Bonifacio da Pisa, Cardinale Tomaso dei Molini, Cardinale Gerardo da Tolosa (di Daumario-Guardia), Cardinale Giovanni dei Molendini, Frate Guido Maramaldi da Napoli, Frate Maurizio d'Ungheria (Csak), Frate Pietro di Palude, Frate Agostino di Traù (Kazotic), Frate Giacomo da Venezia, Frate Ambrogio da Siena (Sansedoni), Frate Vincenzo di Beauvais; nella parete a nord continua la rappresentazione di frati: Frate Bernardo de Transversa (di Traversères), Frate Pelagio di Spagna (nato a Coimbra), Frate Francesco Sendre di Spagna, Frate Gualtiero d'Alemagna, Frate Isnardo da Vicenza, Frate Giovanni da Schio o di Vicenza, Frate Alberto Magno, Frate Giovanni di Sassonia (o Teutonicus), Frate Raimondo di Pennafort, Frate Giordano di Sassonia e per finire a sinistra del Crocefisso sono raffigurati, sebbene poco visibili: San Domenico, San Pietro martire, San Tomaso D'Aquino sotto il quale sembra vi fosse la firma di Tomaso, purtroppo scomparsa.
I Domenicani raffigurati all'interno delle loro celle, che convergono tutte verso la scena della Crocifissione, a sottolinearne il profondo significato, sono tutti colti non in un atteggiamento di preghiera ma intenti alle attività tipiche dello studioso che isolato nel suo studiolo può, come ben suggerisce Petrarca nella sua opera "De Vita Solitaria", dedicarsi alla meditazione e allo studio. Tale rappresentazione conoscerà nel Quattrocento molta fortuna. La cella è costituita da due pareti lignee che sono saldate insieme una allo scrittoio, che si presenta con una prospettiva invertita, e l'altra al sedile; esse inoltre sono caratterizzate l'una, quella di fondo, dalla presenza di una tenda che o di color rosso granato o di color verde serve come espediente all'artista per ottenere la terza dimensione utilizzando mezzi coloristici piuttosto che prospettici, l'altra da scaffali o rientranze. Nel registro inferiore sono affrescati una serie di medaglioni ove sono riportati, nella fila superiore, i nomi delle provincie domenicane (Hispaniae, Franciae, Poloniae, Graeciae, Lombardia Superioris ecc.), nella fila di mezzo, i nomi dei conventi della provincia della Lombardia Inferior, di cui faceva parte anche la Marca Trevigiana, e nella fila inferiore i nomi dei maestri generali.