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ANNIBALDI CARDINALE DELLA CURIA ROMANA

Particolare della tomba del cardinale Riccardo Annibaldi

Particolare della tomba dell'Annibaldi

 

 

ANNIBALDI CARDINALE DELLA CURIA ROMANA

 

 

 

 

All'inizio del 1237 Riccardo fu nominato cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria, un diaconato che era vacante sin dal trasferimento del Cardinale Romano alla sede episcopale del Porto nel 1236. Riccardo occupò quella carica per 39 anni, il che sembra indicare che egli non fu mai consacrato sacerdote; diversamente, egli sarebbe stato con ogni probabilità promosso ad una chiesa titolare più alta. Senza dubbio giocò un ruolo decisivo nell'elevazione a questa carica la consanguineità tra la sua famiglia e i Papi Innocenzo III, Gregorio IX e Alessandro IV. Due anni dopo la sua elevazione Riccardo prestò i suoi servigi come rettore di Campagna e Maritima, due province papali a sud di Roma. Il rettorato consisteva in una supervisione generale del territorio, nella riscossione delle tasse, nella mobilitazione delle truppe in caso di guerra e nel potere giudiziario di seconda istanza. Pochissimi documenti parlano di quell'incarico di Riccardo. Nel 1240 egli impose agli abitanti di Ceperani una multa di 100 once d'oro per l'assassinio del figlio di Tommaso de Rubeo.

Nel 1243 decise che gli abitanti di Piperno non potessero costruire un acquedotto nel territorio di Terracina. Nel luglio 1246 gli fu ordinato dal papa di costringere Alatri a mantenere la pace con Ferentino; nell’anno seguente mobilitò gli abitanti di Terracina per recuperare un castello dalla vicina città di Setino e nel 1248 fu richiesto il suo intervento per dirimere le controversie tra la nobiltà ed i cittadini di Anagni. Comunque queste poche note indicano in maniera sufficiente i principali problemi che dovette affrontare durante il suo rettorato: le continue guerre particolari di città contro città, di baroni contro baroni, di città e comunità contro gli abusi dei nobili sulle loro libertà tanto duramente conquistate. Su questi contrasti locali incombeva la divisione di tutta l'Italia in Guelfi e Ghibellini, cioè lo sfortunato stato di guerra tra papato e impero. Il cardinale Riccardo, senza dubbio, prese parte alla riunione di cardinali che decisero di scomunicare l'Imperatore Federico II il giorno di Pentecoste del 1239.

Voluta per sottomettere lo Hohenstaufen, la scomunica lo incitò a dichiarare guerra al papa. Nell'agosto 1241, il suo esercito circondò Roma, ma Federico sapeva che non era necessario un attacco dal momento che la temuta malaria aveva già colpito la città e tra le sue vittime ci fu anche l'anziano papa Gregorio IX che morì il 22 agosto.