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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Riccardo AnnibaldiL'UNIONE AGOSTINIANA DEL 1244
Chiesa di S. Agostino a Roma
L'UNIONE AGOSTINIANA DEL 1244
La richiesta di unire tutti gli eremiti di Toscana sotto un’unica regola ed un solo priore generale fu accolta: il Papa vi acconsentì immediatamente ed ordinò al Cardinale Riccardo Annibaldi, che era a quel tempo incaricato della Curia Papale a Roma, di realizzare questa unione e a questo scopo lo nominò corrector e provisor degli eremiti in questione. In obbedienza a queste direttive papali, Riccardo convocò una riunione nel marzo 1244, alla quale ogni convento degli eremiti di Toscana - con l'eccezione dei Guglielmiti - doveva mandare due delegati con piena autorità di decidere a nome dei loro confratelli. Questo capitolo generale fu tenuto a Santa Maria del Popolo a Roma presieduto dal cardinale che era assistito dagli abati Cistercensi di Fossanuova e Fallera, poiché il canone 12 del Concilio Lateranense IV, che introduceva i capitoli generali per tutti i religiosi, decretava: "Nell'introdurre queste nuove disposizioni fate in modo che due abati dell'Ordine Cistercense, di due monasteri vicini, siano invitati per dare consigli e opportuna assistenza dal momento che tra loro la celebrazione di tali capitoli è da lungo tempo praticata."
Gli atti di questo capitolo, che già nel 1259 venne chiamato il primo capitolo generale dell'Ordine, non esistono più, ma Papa Innocenzo IV ne elencò i punti più salienti quando li confermò con la Bolla Pia desideria del 31 marzo 1244. Il punto più importante era l'accettazione generale di una Regola approvata per conformarsi alle norme del Concilio Laterano IV. I frati riuniti non ebbero scelta al riguardo, poiché nella lettera di convocazione il Papa aveva imposto la Regola di Sant'Agostino; tuttavia non avrebbe probabilmente preso questa decisione se la maggioranza degli eremi non avesse già precedentemente seguito questa regola. Interessanti sono i dettagli che riguardano il nuovo abito. I sacerdoti ebbero l’ordine di indossare un abito nero con uno scapolare bianco e un mantello nero, mentre i fratelli laici un abito nero con uno scapolare nero e un cappuccio nero. Sacerdoti e fratelli laici dovevano entrambi cingere l’abito e lo scapolare con una cintura di cuoio.
Questa combinazione di colori era chiaramente Cistercense con l'ordine dei colori rovesciato per i sacerdoti. La disposizione fu ribadita dal Papa , ma il problema dell’abito indica che dovevano esserci state delle proteste contro i Toscani simili a quelle altrettanto veementi fatte contro i frati di Giovanni Bono e gli Eremiti di Brettino. Ogni volta che i Toscani lasciavano le loro dimore, dovevano portare un bastone, il simbolo degli eremiti. Nel secolo XVI le nuove costituzioni approvate da Innocenzo IV erano ancora osservate nel convento di Lucca, ma dal compendio ufficiale dei privilegi papali, mandato nel 1354 dal priore generale Tommaso di Strasburgo a tutte le case dell'Ordine, appare evidente che il documento papale a Lucca non era che l'originale o una copia ufficiale della Bolla Pia Desideria; infatti Tommaso scrisse: "Item Alexander IV primas constitutiones nostras aliquas factas de consilio Ricardi sanct Angeli Diaconi Cardinali et abbatum de Falera et Fosse Nove Cisterciensis Ordinis, repertas in Registro Innocentii Pape IV, confirmavit.