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PROPRIETA' DI FAMIGLIA

Torre degli Annibaldi a Roma

Torre degli Annibaldi a Roma

 

 

PROPRIETA' DI FAMIGLIA

 

 

 

 

La Torre delle Milizie

«La torre delle Milizie è uno dei monumenti più cospicui della Roma medievale; la sua gigantesca mole si eleva nella parte alta del colle Quirinale, sovrastando maestosa a tutti gli altri monumenti della Città Eterna ... La Turris Militiarum faceva parte di un fortilizio o quartiere fortificato, composto di vari fabbricati raggruppati intorno ad un cortile, nel cui centro sorgeva isolata l'altissima torre che ne costituiva il maschio ... La base è formata da un solido monolite di muratura che da un lato si appoggia sopra le fondamenta di qualche edificio romano il quale, non cedendo sotto il peso della mole, ha fatto inclinare la torre da un lato. La base monolitica è attraversata verticalmente da un pozzo quadrato il quale forse comunicava con una cisterna ed ora sbocca in un vano che, in epoca più tarda, fu scavato entro il massiccio della muratura.

Tale struttura monolitica fu usata per distribuire il peso enorme dell'edificio sul terreno poco compatto e lo proteggeva dal pericolo di essere minato con l'ariete o scalzato da sotto le fondamenta. Anticamente l'altissima torre era a tre piani, formati da tre rastremazioni esterne della cortina, il paramento interno rimanendo continuo.Il corpo intermedio è costruito a costoloni per diminuire il peso dell'edificio ed ottenere maggiore rigidità; la merlatura che lo coronava era posta in aggetto e poggiava sopra a mensole di marmo di cui alcune ancora esistono. Tra le mensole v'erano senza dubbio i machecoulis.

La terza ed estrema parte fu forse elevata in secondo tempo». Così, con questo lungo brano, Gelasio Caetani, discendente di papa Bonifacio VIII, descriveva la più imponente torre medievale di Roma, che probabilmente deve il suo nome al fatto che in questo luogo si fossero accampate, dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, le militiae bizantine d'occupazione. La sua costruzione si può far risalire ai tempi di Innocenzo III (1198-1216). Alla fine del XIII secolo era in possesso della famiglia degli Annibaldi e, tanta era l'importanza della torre, che questi nobili portavano il titolo di dominus Militiarum o de Militis. Il 23 novembre 1301 fu venduta, con altri beni di Roma e dintorni, da Riccardo Annibaldi a Pietro Caetani. A quel tempo il fortilizio era formato probabilmente dalla torre stessa e da fabbricati di considerevole mole, poiché un cronista medievale parla di palatio Militiarum; da un documento del 1296, inoltre, apprendiamo che sotto l'edificio si trovava un palazzo con sala, camera e loggia, ove "... i signori Annibaldi e poi Caetani ricevettero e compirono gli atti di domino".

Sotto i Caetani la torre venne rinforzata e ingrandita, divenendo una delle più formidabili fortezze di tutta Roma, paragonabile forse a Castel Sant'Angelo.

 

 

Montecompatri

Montecompatri occupa il luogo dove sorgeva l'antica Labicum al centro di un sistema insediativo formato anche dal Labicum Quintanense, posto più a valle nell'attuale sito di Colonna, e dalla Rocca Labicana che sorgeva nel vicino Monte Salomone. Può ritenersi che il nome dell'insediamento di mons compatrum derivi da compitum, ossia punto d'incontro presso questo luogo delle vie provenienti dalla Labicana e dalla Latina. Sulle rovine dell'antica Labicanum, rimaste in stato di abbandono per secoli, si formò una comunità composta dalle popolazioni provenienti dalla vicina Tuscolo, scampate alla distruzione della città avvenuta nel 1191 ad opera dei Romani. Nei secoli XIII e XIV il borgo entrò a far parte dei domini degli Annibaldi, potenti Signori di Molara. Secondo fonti storiche infatti, nel 1226 il cardinale Riccardo Annibaldi, signore di Montecompatri, accompagnò Carlo D'Angiò nella guerra contro Manfredi e, in una Bolla del 1301 il Castello di Montecompatri risulta tra i feudi della famiglia Annibaldi.

 

 

 

1226 - Il cardinale Riccardo Annibaldi acquista il castello della Molara.

 

Sermoneta

Sermoneta sorge su una collinetta, a dominare dall'alto la Pianura Pontina e la Via Appia, da cui dista circa 12 Km. L'ambiente naturale è caratterizzato dalla presenza di oliveti, castagneti e nella parte più alta da faggeti. Le origini della città sono avvolte dalle nebbie del mito. Si suppone che nel territorio di Sermoneta vada individuata l'antica Sulmo romana, menzionata anche negli scritti di Filippo Cluviale, vissuto all'età dei Cesari, il quale nel parlare delle campagne pontine riporta Sulmo tra Norba (Norma) et Setia (Sezze). Storicamente è invece sicura la presenza della potente famiglia romana degli Annibaldi, tra i cui membri ricordiamo Riccardo Annibaldi della Molara, che per le benemerenze acquisite come rettore di Marittima e Campagna, ottenne da papa Gregorio IX, il titolo di barone e la signoria di Sermoneta. Nel 1297 gli Annibaldi la cedettero a Bonifacio VIII per 140.000 fiorini d'oro. Perduta, come gli altri centri vicini da Onorato I di Fondi, tra il 1399 e il 1401 i Caetani la riottennero con insieme a Norma, Ninfa, Bassiano e S. Donato. Circa 100 anni dopo, papa Alessandro VI - Rodrigo Borgia -, assegna la città a Lucrezia Borgia. Sermoneta tornò in mano ai Caetani nel 1504 con la bolla di Giulio II per poi essere eretta nel 1586 da Sisto V a ducato.

 

 

Bassiano

Il toponimo di Bassiano sembra risalire al periodo romano, ad un certo Tito Giulio Bassiano, ricco possidente di Terracina che in queste zone aveva dei fondi agricoli e una villa rustica. Ma la storia documentata di Bassiano inizia nel XII secolo quando venne redatto un inventario dei beni della chiesa di Santa Maria. Quindi nel 1240 il papa Gregorio IX per ricompensare la famiglia Annibaldi dell'aiuto offerto nelle guerre contro Federico II concesse a Riccardo Annibaldi il titolo di Signore di Sermoneta e Bassiano. Nel 1297 divenne feudo di Pietro Caetani e da questo momento la sua storia si intreccia con quella della famiglia Caetani.