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CICLo AGOSTINIANo di GIULIO BEGNI A FANO

Agostino ferito dall'amore di Cristo

Agostino ferito dall'amore di Cristo

 

 

GIULIO CESARE BEGNI

1640

Chiostro del monastero agostiniano di Fano

 

Agostino ferito dall'amore di Cristo

 

 

 

Begni qui dipinge l'apparizione della Vergine a Sant'Agostino quantunque la scena sia meglio nota come Agostino ferito dall'amore di Cristo. Agostino in effetti, vestito con il saio nero dei monaci agostiniani che seguono la sua regola, è inginocchiato davanti alla figura maestosa della Vergine che tiene fra le braccia il Bambino Gesù.

Agostino regge fra le mano un cuore fiammante che viene trafitto da una freccia impugnata dal Bambino. Lo stemma associato all'affresco è quello della famiglia Torelli.

 

Il testo, che riprende quello della analoga stampa di Boolswert, indica: "In abdito cordis recessu sacrorum vulnerum Christi stigmatis sauciatus, amoris tenerrimi in Deum et deiparam Virginem suspiriis, lacrymis dictisque mirificis signa praebet."

Una vecchia rappresentazione di questa allegoria si trova a Padova dove Guariento ebbe l'audacia di mostrarla all'inizio del Quattrocento. I miniaturisti la intercalavano talvolta fra i vari episodi della sua vita. Qui la rappresentazione è ancora più allegorica secondo il gusto del Seicento. Agostino in ginocchio davanti alla Vergine e a Gesù, tiene un cuore fiammante simbolo della sua fede interiore, che Gesù attraversa con una freccia immensa. La scena avrà larga fortuna.

 

Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1

 

 

Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sageiitaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanciatum Augustini cor fuisse.

CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. Doctoris vita (Anversa 1616)