Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Giulio Begni

CICLo AGOSTINIANo di GIULIO BEGNI A FANO

Traslazione delle spoglie di Agostino dalla Sardegna a Pavia

Traslazione delle spoglie di Agostino dalla Sardegna a Pavia

 

 

GIULIO CESARE BEGNI

1640

Chiostro del monastero agostiniano di Fano

 

Traslazione delle spoglie di Agostino dalla Sardegna a Pavia

 

 

 

La scena rievoca la sepoltura di sant'Agostino nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia: il soggetto del dipinto è tuttavia meglio noto come traslazione delle spoglie di sant'Agostino a Pavia. Lo stemma associato alla lunetta è quello della famiglia Castracane.

 

La legenda esplicativa, che ripete quella della stampa di Bolswert sul medesimo soggetto, ricorda: "S. corporis Augustini exuviae primum quidem ex Africa in Sardiniam a D. Fulgentio Ruspensium episcopo, dein a Luitprando Langobardorum rege ex ea insula Ticinum transferuntur."

In primo piano la bara di Agostino è portata a braccia con davanti lo stesso re Liutprando riconoscibile per il mantello in ermellino e un paggio che gli regge il mantello. Cavalieri, monaci, fedeli fanno ala al passaggio in un grandioso assembramento. Sullo sfondo si vede una grande città con una cinta muraria, chiese e un grande faro rivolto verso il mare: è Genova dove approdò la nave dalla Sardegna.

 

Un lungo resoconto della traslazione delle spoglie del santo ci è noto da Beda il Venerabile (672-735), contemporaneo all'avvenimento. Nel IX secolo si trova un breve accenno nel Martirologio di Adone che fu composto a Lione prima dell'anno 859: "Hujus corpus venerabile primo de sua civitate propter barbaros Sardiniam translatum nuper a Luitprando rege, dato magno pretio, Ticinis relatum ... "

 

Un altro racconto dell'episodio è noto da Jacopo da Varagine:

Il re appena lo seppe si affrettò ad andare incontro alle reliquie e le ricevette con gioia e venerazione. Il giorno appresso non si riuscì a procedere fino a che il re non ebbe fatto il voto di innalzare una chiesa in onore di S. Agostino se le reliquie fossero giunte a Pavia. Fatto il voto si poté procedere con la massima facilità, ed il re, fedele sue promesse costruì in onore del santo una magnifica basilica, sul luogo stesso dove il miracolo era avvenuto. Lo stesso fatto accadde il giorno appresso a Casale, ed anche lì fu eretta una chiesa. Il re vedendo che il santo era desideroso che fossero erette delle chiese in suo onore, e d'altra parte temendo che egli volesse fermarsi in qualche città differente da quella che egli stesso aveva scelto, si affrettò a costruire una chiesa in ciascun dei luoghi dove, passando, il corpo soggiornava. Giunto finalmente a Pavia, lo fece riporre con gran venerazione nella chiesa di S. Pietro.

JACOPO DI VARAGINE, Legenda Aurea

 

PHILIPPE DE HARVENGT, Vita Augustini, 33

 

Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi.

PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48