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CICLo AGOSTINIANo di GIULIO BEGNI A FANO

Agostino visita gli eremiti del monte Pisano nel chiostro del monastero agostiniano di Fano

Agostino visita gli eremiti del monte Pisano

 

 

GIULIO CESARE BEGNI

1640

Chiostro del monastero agostiniano di Fano

 

Agostino visita gli eremiti del monte Pisano

 

 

 

La scena affrescata da Begni risulta fortemente debitrice della analoga stampa di Schelte da Bolswert: il pittore ne ha riprodotto la vegetazione lussureggiante, le architetture locali e i visi degli eremiti che esprimono un profondo ascetismo. A sinistra, la scena prevedeva la scena dell'incontro di Agostino con il fanciullo in riva al mare, ma l'affresco è fortemente mutilo. Lo sfondo con case, monasteri e monti è abbastanza curato nei particolari. A destra un gruppo di tre monaci sta discutendo e sembra che indichino il monastero e la chiesa che appaiono in lontananza. L'episodio relativo al passaggio di Agostino dal monte Pisano descrive leggende medioevali riprese principalmente dai testi di Giordano di Sassonia, nella sua Vita Sancti Augustini (ms. di Parigi, Arsenale, 251), e da Enrico di Friemar nel suo De origine et progressu Ordinis fratrum heremitarum.

Si tramanda infatti che sant'Agostino abbia soggiornato presso questo eremo e presso quello di Rupecava per un lungo periodo, ed ammirato per lo spirito di queste comunità, le abbia prese come riferimento nello scrivere la regola per gli eremiti del suo ordine. Il Monte Pisano, noto anche con la forma plurale Monti Pisani (da non confondere con la denominazione omonima delle Colline pisane), è un sistema montuoso di modeste dimensioni, situato nella parte centro-nord della Toscana, e separa Pisa e Lucca. L'eremo o romitorio di Costa d'Acqua è uno dei più antichi eremi dei Monti Pisani ed è situato nei pressi di Calci. L'eremo fu prima dei Camaldolesi, poi degli Agostiniani di Pisa; è di piccole dimensioni, in stile romanico pisano, e presenta una sola navata, non ha abside.

Nel 1287 l'eremo passa agli Agostiniani del Romitorio di Agnano. Con un atto del 6 giugno, stipulato nel portico della chiesa di San Bernardo alla presenza di alcuni frati della Congregazione dei Camaldolesi, frate Salvi del Romitorio di Agnano costituisce Procuratori Generali dell'eremo fra' Giovanni di Cipriano, fra' Tommeo e fra' Michele.

Un documento del 1601 riporta che nella prima metà del 1100, San Guglielmo di Malavalle giunse all'eremo dopo aver vissuto presso l'Eremo di Santa Maria ad Martyres. San Guglielmo dimorò per diversi anni in una spelonca che si era costruito sul Monte Pruno, in penitenza e santità suscitando nei suoi compagni e discepoli grande ammirazione e devozione. Il borgo medievale di Cerasomma, deve probabilmente il nome alla cella dell'eremita Rustico ("Cella Somma" cella in alto, evolutosi in seguito in Cerasomma), ubicata presso l'antico romitorio agostiniano di S. Maria ad Martyres, chiamato anche "Lupocavo" o "Rupe Cava" nel quale secondo una leggenda locale avrebbero soggiornato S. Agostino e S. Guglielmo d'Aquitania.