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PITTORI: Johann Sigmund Müller

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JOHANN SIGMUND MULLER

1705-1707

Třeboň, monastero agostiniano, chiostro

 

L'estasi trinitaria di sant'Agostino e la vedova

 

 

 

La scena mostra Agostino che appare a una donna durante i riti religiosi in chiesa. Sfortunatamente il dipinto presenta altri livelli di storia, fra cui la morte di una giovane donna. In primo piano c'è una folla riunita attorno al corpo e c'è un sacerdote che celebra con il suo aspersione i riti canonici per le esequie. In secondo piano vediamo una donna inginocchiata davanti all'altare che sta chiedendo l'aiuto di sant'Agostino, che poi infine le appare. Sembra di individuare in questo episodio il racconto della leggenda tramandata da Jacopo da Varagine riguardante una vedova.

 

Il tema di questa leggenda riguarda la Trinità e il sofferto rapporto di amore e di intelligenza di Agostino, che cercò di penetrarne il mistero con ogni sforzo.

L'episodio viene descritto da Jacopo da Varagine:

"Una donna che aveva molto da soffrire per la cattiveria di alcuni, andò a chiedere consiglio a S. Agostino, lo trovò che studiava e lo salutò, ma lui non le rispose né la guardò. Essa pensò che lo avesse fatto a bella posta e che per spirito di santità non volesse guardare in faccia una donna; gli si fece da presso e gli raccontò il caso suo senza peraltro che egli rispondesse una parola, sicché essa si ritirò tutta triste. Il giorno appresso, mentre il santo celebrava la Messa, all'elevazione essa ebbe un'estasi e si trovò davanti alla Santissima Trinità, dove era anche S. Agostino, col viso basso, e che discorreva con molta attenzione del mistero della Santissima Trinità.

Allora sentì una voce che disse: - Quando tu sei stata a trovarlo, Agostino era intento così a studiare il mistero della Santissima Trinità, perciò non ti ha risposto. Tornaci e lo troverai pieno di affabilità e di bontà e ti saprà dare un consiglio. Essa lo fece ed Agostino, dopo averla ascoltata con bontà e attenzione, le diede un consiglio prudente."

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 8

 

Questa leggenda che metteva in luce il rapporto fra Agostino e la Trinità fu soppiantata da un'altra leggenda dal XV secolo che preferì raffigurare Agostino su una spiaggia mentre conversa con il fanciullo Gesù Bambino.

 

L'episodio è ricordato anche da Marco Antonio Sabellico nel suo Exemplorum libri, II, 6. Marcantonio Coccio o Cocci (nato a Vicovaro, circa 1436 e morto a Venezia, 1506) è stato uno storico italiano meglio noto come Sabellico, soprannome derivato dal luogo di nascita, nel territorio degli antichi Sabini. Dopo essere stato membro dell'Accademia romana di Pomponio Leto, insegnò retorica a Udine, Venezia e Verona. Compose una storia di Venezia dalle origini (Rerum Venetarum ad urbe condita libri XXXIII, 1487) che fu più tardi continuata da Pietro Bembo. Il successo ottenuto da questa compilazione lo indusse a scrivere un compendio in 92 libri di storia universale (Enneades sive Rapsodiae historiarum) il cui racconto giunge sino al 1504.

 

 

... Lasciando la casa episcopale senza consolazione, la povera donna decise di cercare Agostino in chiesa il giorno successivo; all'ora stabilita, lo vide all'altare adempiere alle sacre funzioni, e assisteva al santo sacrificio con profonda pietà. Nel solenne momento dell'elevazione, era felice con spirito davanti al trono dell'adorabile Trinità, e lì riconobbe Agostino, la fronte abbassata e cercando di sondare il mistero di Dio in tre persone; una voce gli disse allora: ieri, quando tu voleva consultare Agostino, si ritrovò rimosso in contemplazione della Santissima Trinità; mentre che gli stavi parlando, la sua mente mancava dalla sua stanza, ecco perché non ti ha risposto e non l'ha fatto non ha notato la tua presenza; vai a casa e lo troverai gentile e compassionevole. Ieri, quando volevi consultare Agostino, fu preso in contemplazione della Trinità santo; mentre gli parlavi, il suo spirito era assente dalla sua stanza.

(Vita di sant'Agostino, di Lancelot dell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino)