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Iconografia AGOSTINIANa nella chiesa di san Marco a Milano

Agostino Vescovo, statua sulla facciata della chiesa agostiniana di san Marco a Milano

La chiesa di san Marco a Milano

 

 

GIOVANNI DI BALDUCCIO

1300-1349

Milano, chiesa di san Marco

 

Agostino Vescovo con i santi Marco e Ambrogio

 

 

 

La statua di sant'Agostino è collocata in una nicchia della facciata della chiesa assieme ai santi Ambrogio e Marco. Non si sa se le tre statue siano state originariamente ideate per la facciata o se, come crede una certa parte della critica, provengano da qualche Pusterla o da qualche porta milanese o da altra sconosciuta collocazione.

La statua di san Marco ad esempio dovrebbe provenire da Porta Nuova da dove manca almeno dal 1858, in quanto sulle porte in genere collocati i santi cui erano intitolate le chiese più importanti della zona. Non è da escludere che le tre statue siano statue realizzate insieme come ornamento della facciata della chiesa o anche della Pusterla che sorgeva nei pressi. Fin dalla prima metà del Settecento, tuttavia, esistevano già le tre nicchie per ospitare i tre santi come prova una incisione di Hoegmayer.

Agostino indossa la veste degli eremitani agostiniani, quantunque porti in testa la mitra episcopale. In mano tiene un libro aperto e con l'indice della mano destra ne addita il testo. Il volto del santo, consunto dal tempo e dalla esposizione alle intemperie, presenta ancora una intensa espressività con lo sguardo rivolto verso il cielo. Agostino sta accanto ad Ambrogio, che lo battezzò e a Marco, cui è dedicata la principale chiesa agostiniana in Milano. Nel 1371 l'Ordine aveva reintrodotto la festa della conversione di Agostino.

 

La facciata attuale della chiesa è il frutto di un restauro del 1871 diretto da Carlo Maciachini che mantenne il portale a tutto sesto in marmo con architrave, la galleria di archetti gotici, il rosone e le tre statue di santi che sono attribuite a Giovanni di Balduccio. Qualche storico d'arte le attribuisce al cosiddetto Maestro di Viboldone.

Una  folta barba riccioluta gli copre il viso.

 

Giovanni di Balduccio (Pisa, 1300-1349 circa) è stato uno fra i maggiori scultori medioevali italiani, attivo tra il 1320 e il 1347.

Nato quasi sicuramente a Pisa verso il 1300, era figlio di Balduccio di Alboneto. Divenne apprendista scalpellino nel grande cantiere dell'Opera del Duomo di Pisa poco dopo la morte di due grandi maestri della scultura toscana, Giovanni Pisano (morto nel 1314) e Tino di Camaino. Nella mediocrità della bottega del nuovo capomastro Lupo di Francesco da Pisa, è credibile che le sue sculture lo abbiano messo in mostra piuttosto presto. Non pare sia stato allievo di Giovanni Pisano per motivi anagrafici né pare si sia mai incontrato con Andrea Pisano e la sua bottega. La sua attività si svolse essenzialmente in Toscana e a Milano. Tra le poche notizie sicure conosciamo il trasferimento dell'artista in Lombardia, su invito di Azzone Visconti, intorno al 1334. Ha lasciato la sua firma nelle sculture di Sarzana (1327), San Casciano in Val di Pesa (1330-1331) e Milano (1339 e 1347).

La sua ultima impresa potrebbe essere stata la decorazione della facciata della chiesa di Santa Maria di Brera. Nel 1349 gli venne offerta la nomina a capomastro del cantiere del Duomo di Pisa, ma Giovanni la rifiutò. Dopodiché se ne perdono le tracce.