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Gutierrez: Studi Generali nell'Ordine agostiniano

Agostino vescovo in un dipinto di Piazza

 

Piazza: Agostino vescovo

 

 

GLI STUDI NELL'ORDINE AGOSTINIANO DAL MEDIOEVO AD OGGI

 

di David Gutiérrez

da Analecta Augustiniana Vol. XXXIII (1970) pp. 75-149

 

 

PERIODO DI FIORITURA 1256-1356

 

Gli agostiniani (scrisse, il cardinale Ehrle) "coltivarono in seguito, gli studi con tale decisione, che già dagli ultimi decenni del secolo, che li vide nascere, ebbero a Parigi una posizione di tutto rispetto" (F. EHRLE, I più antichi statuti della facoltà teologica dell'Università di Bologna, 1932, pag. xciv ss.). Questo fatto, così come la "sorprendente prontezza" con la quale, secondo lo stesso autore, i nostri religiosi si misero alla pari dei domenicani e dei francescani, si spiega tenendo conto di alcune circostanze favorevoli, che raggiunsero la loro massima influenza nel 1256, anno nel quale i nostri predecessori furono riuniti in una sola famiglia religiosa da Alessandro IV. Alcune circostanze furono di carattere generale, altre furono circostanze particolari legate agli ordini mendicanti e alcune, pure propizie, furono peculiari della famiglia agostiniana. Le circostanze di carattere generale si riducono a tre fatti che determinarono il periodo in cui sbocciò la scienza scolastica nel suo secolo d'oro: la fondazione dell'Università di Parigi, la conoscenza quasi integrale delle opere di Aristotele e della letteratura arabo-ebraica e la fondazione dei due primi ordini mendicanti dei domenicani e francescani (M. GRABMANN, Die Geschichte der kathol. Theologie, 47, vers. spagnola, 6°).

Infatti nel 1256 la principale fra le università medievali, dopo mezzo secolo d'esperienza, aveva già perfezionato i suoi primi statuti; l'enciclopedia aristotelica e gli scritti d'autori arabi ed ebrei (con altri di tendenza neoplatonica) non solo erano meglio conosciuti di prima, ma erano anche oggetto di studio intenso e attento da parte dei migliori rappresentanti della scolastica-cristiana, e i domenicani e i francescani riconoscevano già, dopo le prime titubanze di entrambi e le lotte interne dei secondi, che lo studio era indispensabile per dedicarsi all'apostolato. Circostanze favorevoli all'origine della scienza propria degli ordini mendicanti furono le reiterate prove di benevolenza e protezione che diede Papa Alessandro IV ai seguaci di S. Domenico e S. Francesco nello stesso anno 1256: prove che culminarono nella condanna del testo "De periculis novissimorum temporum", che contro di loro aveva lanciato Guglielmo de saint-Amour (DENIFLE, I, 331, 339), negli elogi che nella stessa data (5 ottobre) tributò il Papa a quei religiosi, "qui salutem animarum zelantes ardenter et sacris studiis procurantes, multos in Ecclesia Dei operantur spirituales profectus et magnum faciunt ibi fructum" (Ibidem; DENZINGER, Enchiridion symbolorum, 842) e nel mandato che due settimane dopo fece inviare alle autorità accademiche di Parigi, perché ammettessero i dottori di entrambi gli Ordini "ac nominatim fratres Thomam de Aquino et Bonaventura de ordine Minorum" (DENIFLE, I, 331, 339. Indicativa la promozione simultanea da parte del Papa dei due maggiori teologi del medioevo, dei quali il primo aveva solo 30 anni e il secondo 35).

Però tutte queste circostanze non spiegano da sole la "sorprendente prontezza" della quale parla il cardinale Ehrle nel riferirsi agli agostiniani, dato che non si può dire lo stesso dei Carmelitani e neppure dei Serviti che furono chiamati dal Papa all'attività apostolica e alla vita di studio nello stesso periodo. Le circostanze peculiari che favorirono gli studi tra gli agostiniani nei cento anni successivi al 1256 possono riassumersi a due: all'unanimità con la quale i superiori generali promossero il nuovo orientamento della loro famiglia religiosa e al buon numero di seguaci (specialmente quello che sarà il responsabile della sua scuola) che mostrarono attitudine per coltivare con successo gli studi e per guadagnarsi un posto nella storia della scolastica. L'unanimità dei quattro primi superiori generali (membri tutti delle congregazioni eremitiche riunite nel 1256) ebbe probabilmente origine dall'attività del cardinale protettore dell'Ordine, Riccardo degli Annibaldi, che si preoccupò molto dei suoi protetti fino al 1276, anno della sua morte; si sa, infatti, che era unito non solo da vincoli di parentela, ma anche da una profonda amicizia con San Tommaso d'Aquino e che gli piaceva conversare con il Santo ("Richardus arctissimo necessitudinis vinculo coniunctus fuit cum divo Thoma Aquinate..., saepe saepius Richardum cardinalem visitabat Thomas, vicissim Thomae cellam frequentabat Richardus; iucundissima enim erat illa amicitia, quam morum similitudo coniugarat". ALPHONSUS CIACONIUS, Historia pontificum Romanorum et S.R.E. cardinalium, II, Romae 1677, 88. Cfr. Dictionnaire d'hist. et de geogr. ecclés. III, 389 s). Da questo si può comprendere che desiderava vedere gli agostiniani imitare l'esempio del suo grande amico nella vita dello studio. Nonostante tutto questo sia molto verosimile, l'influsso decisivo del cardinale Annibaldi in questo aspetto della storia agostiniana non è certo come lo sono le altre due circostanze e la loro azione simultanea. Nell'anno 1259 il priore generale Lanfranco di Milano comprò una casa a Parigi destinata ai giovani agostiniani che dovevano frequentare quella Università ("... quamdam domun cum quodam iardino eidem domui adiacente ... ultra portam sancti Eustachii, in vico per quem itur ad Montem Martyrum". DENIFLE, I, 405-408) e, verso il 1260 entrò in questa casa fra Egidio Romano che negli anni 1269-1272 ebbe come maestro e tutore San Tommaso d'Aquino, "qui nos posuit in semitas veritatis" (AEGIDIUS ROMANUS, De grabidus formarum, parte 2°, c. 6; AA. SS., martii, Venetiis 1735, I, 672. Gli statuti universitari di Parigi già stabilivano nel 1215, "quod nullus sit scholaris qui certum magistrum non habeat". DENIFLE, I, 79).

La stessa cosa fece successivamente Egidio con alcuni dei suoi confratelli, che terminarono con profitto gli studi nella capitale francese tra gli anni 1285-1293; e ottenne per quelli che studiarono dopo, che l'Università desse validità ai corsi in altri centri dell'Ordine (DENIFLE, II, 144 e 172; AA. XXII, 36); nel 1293 ricevette in regalo dal re Filippo il Bello un altro edificio più grande e più vicino all'Università, trasformato dallo stesso Egidio e dai suoi primi successori nel migliore "studium generale" che ebbero gli agostiniani fino ad oggi (Era il convento dei "fratres sachitae" o del sacco, soppressi nel 1274 dal 2° concilio di Lione. Il re lo donò agli agostiniani, "ob favorem potissimum dilecti et familiaris nostri mansionem absque impedimento quocumque". DENIFLE, II, 61. Il convento fu soppresso dai rivoluzionari nel 1790); ottenne per loro la benevolenza di altri prìncipi che li aiutarono in Francia, Inghilterra e Belgio (F. LAJARD, Histoire littéraire de la France, XXX, 433; AA. XXVIII, 214; F. ROTH, The English Austin Friars, New York 1966, 24 e 413); e continuò aiutandoli negli ultimi venti anni della sua vita (durante i quali fu arcivescovo della diocesi di Bourges) e, pochi giorni prima di morire, affidò tutti i suoi libri "philosophicos, theologicos, iuridicos et omnes alios cuiuscumque facultatis" al convento di Parigi, "de cuius uberibus a pueritia nutriti fuimus" (DENIFLE, II, 172; AA. XXIII, 232; Diction. de spiritualité, VI, 385).