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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Basilio PachecoCICLo AGOSTINIANo di Basilio Pacheco a Lima
Il sogno di Eulogio
BASILIO PACHECO
1744-1746
Monastero agostiniano degli Eremitani di Lima
Il sogno di Eulogio
Il sogno di Eulogio è attestato dallo stesso Agostino: finora non era mai stato rappresentato e resterà anche l'unico nella iconografia agostiniana. Pacheco è riuscito a dare forza ad una scena veramente surreale. Eulogio, un anziano discepolo di Agostino quand'era retore a Milano, sta preparando un suo discorso per la lezione del giorno dopo. Sta lavorando con una penna in mano alla luce di una candela. Nella notte Agostino gli si avvicina come un'ombra, un fantasma di vescovo con la mitra e il bastone in mano. Eulogio alza gli occhi verso di lui interrogandolo e con la mano sinistra gli mostra il passaggio di Cicerone il cui significato gli sembra oscuro. La scena ha reso bene il contrasto fra l'anziano discepolo e il giovane vescovo: tuttavia la scena non ha verosimiglianza, perchè a quell'epoca Agostino non era ancora vescovo.
Il sogno di Eulogio è attestato dallo stesso Agostino. Eulogio, un anziano discepolo di Agostino quand'era retore a Milano, stava preparando un suo discorso per la lezione del giorno dopo. Nella notte Agostino gli si avvicina come un'ombra, un fantasma di vescovo con la mitra e il bastone in mano. Eulogio alza gli occhi verso di lui interrogandolo e con la mano sinistra gli mostra il passaggio di Cicerone il cui significato gli sembra oscuro.
7. Nondimeno, carissimi, da parte nostra, non consideriamo altrettanti dèi i nostri martiri, ai quali in nessun modo sono da paragonarsi quelli, né li adoriamo come dèi. Non è a loro che si offrono templi, non sono per loro gli altari e i sacrifici. Non a loro si destinano sacerdoti: lungi da noi! A Dio sono dedicati. All'opposto, tali onori è a Dio che si rivolgono, dal quale ci vien data ogni cosa. Anche quando facciamo l'offerta presso le reliquie dei martiri non è forse a Dio che la presentiamo? Ai santi martiri è riservato un posto onorevole. Badate bene: la loro commemorazione presso l'altare di Cristo è nel luogo più degno che viene compiuta, tuttavia non sono adorati in vece di Cristo. Quando mai presso le reliquie di san Teogene avete sentito dire da me o da qualche mio fratello e collega o da qualsiasi altro presbitero: offro a te, san Teogene, oppure: offro a te, Pietro, o anche: offro a te, Paolo? Non l'avete mai udito. Non avviene perché non è lecito. E se ti si dica: Adori forse Pietro? Ripeti quel che rispose Eulogio nei riguardi di Fruttuoso: Io non adoro Pietro, ma è Dio che adoro, quel Dio che adora anche Pietro. Allora Pietro prende ad amarti. Infatti, volendo ritenere Pietro quale Dio, tu offendi la pietra e bada a non rimetterci il piede inciampando nella pietra.
AGOSTINO, Discorso 273, 7