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CICLo AGOSTINIANo di ERFURT

Agostino designa Eraclio suo successore

Agostino designa Eraclio suo successore

 

 

MAESTRO VETRAIO DI ERFURT

(1316 - 1324)

Chiesa di sant'Agostino

 

Agostino designa Eraclio come suo successore

 

 

 

Il soggetto della scena è ben definito: Agostino, vestito da vescovo, è seduto su una panca. Con un ampio gesto della mano destra pone una mitra sulla testa di Eraclio, che si è inchinato dinanzi a lui con le mani giunte. Agostino tiene il bastone con la mano sinistra: il suo viso appare scavato dagli anni, il che conferma la realtà dell'episodio.

La designazione del presbitero Eraclio alla successione di Agostino sulla cattedra di Ippona è un episodio che appare raramente nei cicli iconografici.

 

Orbene, per evitare ogni lamentela sul mio conto, porto alla conoscenza di voi tutti la mia volontà che credo pure volontà di Dio: desidero avere per successore il prete Eraclio. Il popolo gridò per ventitrè volte: "Sia ringraziato Dio! Sia lodato Cristo! ", poi per sedici volte: " Cristo ascoltaci! Viva Agostino! " e ancora per otto volte: " Te per Padre, te per vescovo! ".

Verbali della elezione d'Eraclio a successore di Agostino

2. Tornato di nuovo il silenzio, il vescovo Agostino riprese: Non c'è bisogno ch'io ne tessa le lodi. Ammiro la sua saggezza e rispetto la sua modestia. È sufficiente, perché voi lo conoscete. Dico soltanto: ciò ch'io desidero, so che lo desiderate anche voi; se prima lo avessi ignorato, me ne sarei reso conto oggi. Ecco ciò che desidero e chiedo a Dio con ferventi preghiere nonostante il freddo della mia tarda età; vi esorto, vi raccomando, vi scongiuro di chiederlo a Dio insieme con me: si degni Dio di fondere insieme tutte le vostre anime nella pace di Cristo, e di dare stabilità a ciò ch'egli ha operato in noi.

Egli che mi ha mandato quest'uomo, lo conservi, lo serbi sano e salvo, lo preservi dal male, affinché colui che nella mia vita è stato la mia gioia, mi sostituisca alla mia morte. Come voi vedete, i cancellieri ecclesiastici stenografano ciò che diciamo noi e ciò che dite voi: non andranno perdute né le mie parole né le vostre acclamazioni. Per dirla più chiaramente: stiamo adesso redigendo i verbali canonici con cui desidero vedere confermata la mia volontà per quanto ciò è in potere degli uomini. I fedeli allora gridarono trentasei volte: " Sia ringraziato Dio! Sia lodato Cristo! Cristo, ascoltaci! Viva Agostino! ".

L'ultima acclamazione fu ripetuta tredici volte, poi per otto volte si acclamò: " È cosa degna e giusta! "; cinque volte: " Egli lo ha meritato, ne è ben degno! " e sei volte: " Egli è degno e giusto!".

I fedeli approvano il proposito di Agostino

3. Tornato il silenzio, il vescovo Agostino disse: Come dunque vi dicevo, desidero che la mia volontà e la vostra venga confermata con questi verbali ecclesiastici, per quanto è in potere degli uomini; per quanto invece riguarda la volontà nascosta dell'Onnipotente, preghiamo tutti, come ho detto, affinché Dio renda stabile quanto ha fatto in mezzo a noi. I fedeli acclamarono sedici volte: " Ti ringraziamo per la tua decisione ";

" Così sia! " dodici volte; e poi per sei volte: " Te per nostro Padre! Eraclio per nostro vescovo! ".

4. Ristabilitosi il silenzio, il vescovo Agostino disse: Io so quanto sapete anche voi, ma non voglio che a lui succeda quel che successe a me. Molti di voi lo sanno; non lo sanno solo coloro che a quel tempo non erano ancora nati, o non erano in età di comprendere. Io fui ordinato vescovo quando era ancora vivo il vegliardo Valerio, padre e vescovo mio di santa memoria, e occupai la cattedra insieme con lui; ma né io né lui si sapeva che ciò era proibito dal concilio di Nicea. Non voglio dunque che questo mio figlio sia rimproverato per ciò di cui fui rimproverato io. I fedeli acclamarono per tredici volte: " Sia ringraziato Dio! Cristo sia lodato!".

 

AGOSTINO, Lettera 213, 1-4

PHILIPPE DE HARVENGT, Vita Augustini, 28