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Percorso : HOME > Iconografia > Tematiche agostiniane > Leggende e episodi miracolosiTematiche iconografiche agostiniane: Leggende e episodi miracolosi
Il diavolo e il libro dei vizi, tavola di Michael Pacher
LEGGENDE E EPISODI MIRACOLOSI
L'opera che nel Medioevo ha maggiormente contribuito a suggerire temi iconografici agostiniani leggendari ai pittori è senz'altro la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Questo frate domenicano (1229-1298) di origini liguri, vescovo di Genova, scrisse la sua opera, che ebbe una larghissima diffusione, fra il 1252 e il 1260, raccogliendo la vita e le leggende di numerosi santi, fra cui anche Agostino.
La biografia di Agostino che Jacopo da Varazze propone riprende fonti antecedenti e si sofferma a descrivere il periodo giovanile, la sua adesione al manicheismo, il suo arrivo a Milano, l'incontro con Ambrogio, la conversione, il battesimo, il ritorno in Africa, il periodo dell'episcopato e la morte. L'ultima parte del capitolo descrive dodici miracoli, che furono ampiamente ripresi e dipinti dagli artisti dal XIV secolo in poi. Se Possidio, nella sua biografia di Agostino, ha celebrato il santo come vescovo, Jacopo da Varagine, introducendo la serie di miracoli, lo propone al lettore come figure di un grande santo della Chiesa cattolica.
I Miracoli descritti da Jacopo da Varazze
1. Un mugnaio che per S. Agostino aveva una devozione speciale soffriva una grave malattia alle gambe; si rivolse con fervore al santo, e dormendo lo vide avvicinarglisi, toccargli le gambe e immediatamente guarirlo; di che egli rese vive grazie al Signore ed a S. Agostino.
2. Un ragazzo aveva il mal di pietra; la madre, si raccomandò a S. Agostino, e terminata la preghiera, il ragazzo emise la pietra e fu completamente guarito.
3. Un monaco, mentre di notte pregava ebbe un'estasi e vide S. Agostino su una splendidissima nube; era vestito di abiti pontificali, gli occhi aveva splendenti come soli che rischiaravano tutta la chiesa, mentre per l'aria era diffuso un delizioso profumo.
4. S. Bernardo, una mattina quando era in coro, si appisolò mentre si leggeva un passo di S. Agostino. Vide allora un uomo di una bellezza meravigliosa, dalla cui bocca usciva un fiume che inondava tutta la chiesa e non ebbe alcun dubbio che fosse S. Agostino la cui eloquenza aveva sparso la dottrina in tutta la chiesa.
5. Un uomo che aveva una gran devozione per S. Agostino, ne chiese un dito al monaco che ne custodiva le reliquie; il monaco, dietro la promessa di una forte somma di danaro, prese un dito di un morto qualunque e dicendo che era di S. Agostino, glielo diede ed intascò il danaro.
L'altro, tutto felice teneva in venerazione la reliquia e spesso la baciava e se la portava sugli occhi. Avvenne che il Signore con un miracolo cambiò il dito col vero dito di S. Agostino, ed allora incominciarono ad avvenire miracoli in gran numero. Giunta la notizia all'abate del convento, questi ne domandò al frate custode, il quale confessò l'operato. Ma l'abate volle verificare ed aperta la cassa che conteneva le dita si trovò che un dito mancava. Allora l'abate tolse il monaco dall'ufficio di custode e lo punì severamente.
6. Nel convento di Fontenoy c'era un monaco molto devoto di S. Agostino, che ne studiava gli scritti e lo supplicava di ottenergli la grazia di morire il giorno della sua festa. Quindici giorni avanti la festa di S. Agostino fu colpito da violenta e fu trovato in terra quasi morto. Ma ecco che si vedono entrare nella chiesa molti uomini di aspetto bellissimo, vestiti di bianco, seguiti da un vegliardo vestito di abiti pontificali. Il monaco che li vide entrare fu colpito da stupore e domandò chi fossero e dove andassero, ed uno di essi rispose che era S. Agostino che coi suoi canonici veniva a visitare sul letto di morte il monaco che era stato tanto devoto di lui, per portarne l'anima nel regno dei cieli. Questo venerando corteo si recò all'infermeria e ci rimase qualche tempo, quindi l'anima del monaco fu liberata dai lacci della carne e introdotta nel paradiso dal suo protettore.
7. Si legge che un giorno, mentre S. Agostino era ancora in vita, vide passare il demonio con sulle spalle un gran libro e gli domandò che cosa ci fosse scritto. Il demonio rispose che c'erano scritti i peccati di tutti gli uomini, e S. Agostino gli chiese di vedere che cosa ci fosse scritto a carico suo. Cercarono parecchio ed alla fine trovarono che c'era scritto che una volta non aveva recitato compieta. Più tardi il demonio, chiuso il libro, se ne andò e S. Agostino si recò in chiesa dove con molta devozione recitò compieta. Più tardi il demonio passò di nuovo ed il santo gli chiese di rivedere il libro. Lo sfogliarono tanto, ma trovarono che il peccato ascritto a S. Agostino era stato cancellato.
Il diavolo allora, inquieto, gli disse: - Tu mi hai bene ingannato e sono tanto dispiacente di averti mostrato il libro dove era scritto un peccato che tu hai cancellato con le tue preghiere.
E se ne andò confuso.
8. Una donna che aveva molto da soffrire per la cattiveria di alcuni, andò a chiedere consiglio a S. Agostino, lo trovò che studiava e lo salutò, ma lui non le rispose né la guardò. Essa pensò che lo avesse fatto a bella posta e che per spirito di santità non volesse guardare in faccia una donna; gli si fece da presso e gli raccontò il caso suo senza peraltro che egli rispondesse una parola, sicché essa si ritirò tutta triste. Il giorno appresso, mentre il santo celebrava la Messa, all'elevazione essa ebbe un'estasi e si trovò davanti alla Santissima Trinità, dove era anche S. Agostino, col viso basso, e che discorreva con molta attenzione del mistero della Santissima Trinità.
Allora sentì una voce che disse: - Quando tu sei stata a trovarlo, Agostino era intento così a studiare il mistero della Santissima Trinità, perciò non ti ha risposto. Tornaci e lo troverai pieno di affabilità e di bontà e ti saprà dare un consiglio.
Essa lo fece ed Agostino, dopo averla ascoltata con bontà e attenzione, le diede un consiglio prudente.
9. Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.
10. Alcuni Pavesi erano prigionieri del Duca di Malaspina, che rifiutava dare loro da bere per estorcere un forte riscatto. Alcuni erano già in agonia ed altri si sorreggevano bevendo dell'urina. Uno di loro molto giovane e che aveva per S. Agostino una devozione speciale ne implorò l'aiuto. Verso mezzanotte il santo gli comparve, presolo per mano, lo condusse sulle rive del fiume, con delle foglie di vite bagnate nell'acqua gli temperò l'arsura.
11. Il custode di una chiesa molto devoto di S. Agostino, da tre anni era tanto ammalato che era costretto a stare a letto. Il giorno della vigilia della festa del Santo, mentre suonavano i vespri, si raccomandò a lui con molto fervore, ed il santo gli apparve vestito di bianco e gli disse: - Tu mi hai chiamato; eccomi; alzati e celebra con fervore sera in mio onore.
Ed il malato perfettamente guarito si alzò e si recò in chiesa fra la meraviglia di tutti quelli che lo videro.
12. Anche ad un cieco che lo aveva invocato con tanta fiducia, comparve e toccatolo, lo guarì.
13. Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli. Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni e servivano di guida. Passate le montagne giunsero ad un paese chiamato Cava, a tre miglia Pavia, ed allora apparve loro S. Agostino vestito di abiti pontificali, che usciva da una chiesa costruita in onore dei Santi Cosma e Damiano. Il santo li salutò e domandò loro dove andassero, e quando ebbero risposto che andavano a Roma disse loro: - Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete.
Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: - Io sono S. Agostino, vescovo di Ippona.
Ed immediatamente disparve. Essi, giunti a Pavia, andarono nella chiesa di S. Pietro e quando seppero che là era il corpo di S. Agostino, gridarono: - Sant'Agostino, aiutateci!
I cittadini ed i religiosi accorsero, attratti dalla novità della cosa, ed ecco che per la tensione dei nervi, incomincia a colar del sangue che forma un rivo dalla porta della chiesa al sepolcro del santo, ed i malati che si avvicinarono al sepolcro furono guariti, né rimase in essi traccia d'infermità, di modo che la fama del santo si sparse sempre più ed una folla di ammalati incominciò ad affluire alla chiesa, e chiunque veniva era guarito e lasciava doni in ringraziamento. La quantità di questi voti fu tale che tutta la cappella di S. Agostino ne fu piena ed allora furono messi nel vestibolo, ma presto anche lì furono tanti che rendevano difficoltoso il passaggio, ed i religiosi furono costretti a farli portare altrove.
Leggende e episodi miracolosi
Accoglie codice di Giustiniano
Agostino appare a un gruppo di Pellegrini e li invita a visitare la sua tomba (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Agostino e le donne (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Agostino protegge Pavia dall'assedio dei francesi
Agostino religioso e i suoi rapporti con le donne (POSSIDIO, Gesta Augustini)
Con le anime del Purgatorio (AGOSTINO, De fide, spe, et caritate)
Esorcizza una indemoniata (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine (CORNELIUS LANCELOTZ, S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita)
Guarisce Innocenzio a Cartagine (AGOSTINO, Città di Dio, XXII, 8, 3)
Guarisce storpi e ammalati (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, tredicesimo miracolo)
Guarisce un bambino (JACOPO DA VARGINE, Legenda Aurea, secondo miracolo)
Guarisce un cieco (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, dodicesimo miracolo)
Guarisce priore ammalato (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, undicesimo miracolo)
Il priore celebra la festa (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Il libro dei Vizi: il diavolo ((JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, settimo miracolo)
Il miracolo dei ceri (ANDRES LLORDEN, Regestum Reverendissimi Petrochini)
Il miracolo della torre (LUIGI TORELLI, Secoli Agostiniani, Bologna 1630)
Il miracolo delle locuste (ABRAHAMUS BZOVIUS, Annales ecclesiastici ad annum 1268)
Il miracolo di Savignone (BEDA IL VENERABILE, Chronica)
Il sogno di Sigisberto (Manoscritto di Parigi lat. 3632)
La leggenda del Te Deum (HINCMAR DI RHEIMS, Libro sulla Predestinazione)
La visione di san Gerolamo (PSEUDO AGOSTINO, Epistola ad Cyrillum Ierosolymitanum episcopum 33, 1126)
Lava i piedi a Cristo (NICOLA CRUSENIUS nel suo Monasticon Augustinianum, I, 7)
L'anima di Ugo di Fontenoy (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, sesto miracolo)
Morente guarisce un malato (POSSIDIO, Gesta Augustini 29, 5)
Libera i prigionieri (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Liutprando a Genova (BEDA IL VENERABILE, Chronica)
Pellegrini visitano la tomba (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Porta prigioniero al Gravelon (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
Protegge dalla peste (CHRONICON dei morti, battesimi e matrimoni della parrocchia di Cassago, 1631)
Protegge Martina Franca (località di presenza agostiniana)
Salva il duca di Mantova (PAULUS LULNIUS BERGOMENSIS, Apologia pro ordine nostro, Roma, 1479)
Sepoltura del conte di Orgaz (Morto nel 1332 a Toledo)
Simpliciano gli dà dei frati (ENRICO DI FRIEMAR, De origine et progressu Ordinis fratrum Eremitarum sancti Augustini)
Torna in Africa con in monaci (AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17)
Un emissario in Sardegna (PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48)
Vede la guarigione di un paralitico
Vestizione di Agostino (POSSIDIO, Vita Augustini, 2, 1)
Agostino consegna a un suo devoto il resto del pollice destro (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, quinto miracolo)
Agostino e il ricco romano (JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea)
La visione di frate Alberto (Ystoria sancti Thomae de Aquino di Guglielmo da Tocco)