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Percorso : HOME > Iconografia > Tematiche agostiniane > Lava i piedi a CristoTematiche iconografiche agostiniane: Lava i piedi a Cristo
Lava i piedi a Cristo
LAVA I PIEDI A CRISTO PELLEGRINO
Questa leggenda mette in luce la carità di Agostino e divenne molto cara agli Eremitani ed ai Canonici. Secondo M. Aurenhammer, che lo affermò nel suo Lexikon der christlichen Ikonographie (Vienna, 1953), la leggenda sarebbe stata elaborata in Spagna, dove in effetti appare per la prima volta. Da lì si diffuse nelle Fiandre.
Probabilmente fu estrapolata da qualche frase di Giordano di Sassonia, che nel suo Liber vitasfratrum scrisse: "Unde in Vitaspatrum legitur, quod sanctus Apollonius fratribus suis praecipiebat attentius, ut advenientes fratres quasi Domini susciperent adventum: "Nam et adorari adventantes fratres propterea", inquit, "traditio habet ut certum sit in adventu eorum adventum Domini nostri iesu Christi haberi, qui dicit: Hospes fui et susceptistis me". Et hoc sumpta est illa laudabilis observantia Ordinis, ut fratres hospites recipiantur cum genuflexione et manuum deosculatione."
N. CRUSENIUS nel suo Monasticon Augustinianum, I, 7 pubblicato a Vallisoleti nel 1623 a sua volta scrive: "Ad interiora deserti secedens, Christum hospitio suscipit, pedes lavat et audit: 'Augustine, Filium Dei hodie in carne videre meruisti; tibi commendo Ecclesiam meam.' S. Prosper et alii ", dove questi alii sarebbero Ferdinando vescovo di Tarragona e Jean Maburn canonico regolare.
Il primo a produrre questo tema iconografico fu Huguet, ma sarà Bolswert con le sue incisioni a diffonderlo ampiamente. La valenza di questo soggetto è teologicamente importante sia perché abbondano i testi agostiniani che sottolineano il valore dell'ospitalità al pellegrino, e perché Agostino stesso diede molta importanza all'ospitalità nei suoi monasteri. Già nelle Costituzioni Agostiniane del 1290 si trova il passo che stabilisce per i pellegrini la possibilità di lavarsi i piedi nel monastero. Nel 1686 si ribadisce che bisogna lavare i piedi dei pellegrini come se fossero la persona di Cristo.
Il tema di Agostino che lava i piedi al Cristo ha un grande valore anche teologico, poiché secondo la tradizione degli agostiniani eremitani, Agostino quando era monaco a Tagaste si sarebbe ritirato in un eremo con finalità di pura contemplazione. L'apparizione di Cristo in forma di pellegrino, gli avrebbe imposto di ritornare al mondo per testimoniare con la parola e le opere la vita cristiana.
Spesso la scena è accompagnata dal testo "O grande padre Agostino, ti affido la mia Chiesa", tratto da un apocrifo ambrosiano. E' un chiaro segno per giustificare la vita mista fra contemplazione e azione propria degli eremitani, con l'invito a seguire l'esempio del santo fondatore.
Il racconto evangelico di Gv 13 mostra l'intenzionalità con cui Gesù vive l'ultimo periodo della sua vita: "Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine" Gesù ha già amato i suoi lungo tutta la narrazione fatta dal quarto evangelista nel libro dei segni. Ora questo amore giunge al suo culmine, fino alla massima espressione oltre il quale non si può andare: "li amò sino alla fine".
Il fatto visibile che viene raccontato è la cosiddetta "lavanda dei piedi", un gesto che Gesù compie nel contesto della cena pasquale. Si toglie il mantello, si riveste di un grembiule speciale e lava i piedi ai suoi discepoli. Poi riprende le vesti e spiega ai discepoli il significato di questo gesto. E' un significato esortativo: "Se io, Maestro e Signore, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato, infatti l'esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi". Questo gesto non è limitato al solo fatto fisico, anche se in effetti si praticava l'ospitalità nei confronti delle persone. Le strade erano impolverate e quando si entrava in una casa c'era sempre un catino per lavarsi i piedi. Il padrone di casa incoraggiava i servi a compiere quest'omaggio agli ospiti.
Le rappresentazioni iconografiche di Agostino che Lava i piedi a Cristo
Huguet James (1486) a Barcellona, Museo d'Arte Catalana
Maestro di Actopan (1550-1560) ad Actopan, convento S. Nicola da Tolentino
Maestro di Orvieto (1580-1590) a Orvieto, chiesa di sant'Agostino
Strozzi Bernardo (1581-1644) a Genova, Accademia Ligustica
Lanfranco Giovanni (1582-1648) a Roma, chiesa S. Agostino
Fanzago Cosimo (1591-1678) a Napoli, Museo Certosa di San Martino, Stalli dalla chiesa di S. Agostino
Maestro di Oaxaca (1600-1620) a Oaxaca, chiesa di sant'Agostino
Tiarini Alessandro (1600-1620) a Moulins, Museo Anne de Beaujeu
Maestro tedesco (1600-1649) a Matera, chiesa di S. Agostino
Maestro di Montebruno (1600-1650) a Montebruno, Santuario di Nostra Signora
Fiammenghini (1610-1620) a Milano, chiesa di san Marco
Ganassini Marzio (1605-1610) a Viterbo, chiostro della chiesa della SS. Trinità
Ciocchi Ulisse (1609-1614) a Firenze, Sagrestia di Santo Spirito
De Ferrari Oreste (1605-1657) a Genova, Accademia Ligustica
Murillo Bartolomé Esteban (1617-1682) a Madrid, Raccolta Harraiz
Manetti Rutilio (1618-1620) a Casole d'Elsa, chiesa S. Maria Assunta
Schelte di Bolswert (1624) a Parigi, edizione a stampa
Dominguez Miguel Montelaisia (1624-1626) a Antequera, chiesa di sant'Agostino
Malpiedi Domenico (1630-1640) a San Ginesio, convento di sant'Agostino
Lanfranco Giovanni (1636) a Salamanca, Chiesa de la Purisima
Rombouts Theodor (1636) a Amberes, Museo Reale di Belle Arti
Begni Giulio Cesare (1640) a Fano, Convento S. Agostino, chiostro
Desubleo Michele (1640-1652) a Bologna, Pinacoteca Nazionale
Anonimo Bolognese (1640-1660) a Bologna, chiesa di San Giacomo Maggiore
Scuola di Zurbaran (1640-1660) ad Almagro, chiesa di sant'Agostino
Jalón Juan Jerónimo (1650) a Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris
Van Herpe Guglielmo (1650) a Anversa, chiesa S. Agostino
Becerra Nicolas (1650-1680) a Morelia, chiesa ex convento di sant'Agostino
Anonimo genovese (1650-1699) a Genova, chiesa di san Nicola da Tolentino
Maestro marchigiano (1650-1670) a Bologna, Basilica di S. Giacomo Maggiore
Murillo Bartolomé Esteban (1655) a Minneapolis, Walker Art Center
Maestro reggiano (1655-1670) a Reggio Emilia, chiesa di sant'Agostino
Jacob van Oost (1656-1657) a Bruges, Groningermuseum
Quellin Erasmo (1666) a Bruges, chiesa di san Salvatore
Quellin Erasmo (1666-1668) a New York, Sotheby's asta del 21 maggio 1998 n. 71
Guasparini Giuseppe (1669) a Cortona, chiostro convento S. Agostino
Hidalgo Garcia (1674) a Madrid, chiostro S. Felipe el Real
Murillo Bartolomé Esteban (1678) a Siviglia, convento degli Eremitani ora a Minneapolis, Walker Arte Center
Schor Egidio (1679-1680) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari
Eder (1695) a Herrenchiemsee, monastero agostiniano
Nettl Jiri Matej (1699) a Praga, chiesa di san Tommaso, provenienti dal monastero di Lnáře
Avanzi Giuseppe (1700-1710) a Ferrara, chiesa dei SS. Giuseppe e Rita
De Espinal Juan (1700-1750) a Siviglia, Casa S. Juan de Aznalfarache
Muller Johann Sigmund (1705-1707) a Třeboň, monastero agostiniano, chiostro
Bento Coelho da Silveira (1706) a Alhandra, chiesa di S. João Baptista
Legnani Stefano il Legnanino (1708-1710) a Milano, chiesa di san Marco
Maestro campano (1713-1727) a Teggiano, Chiostro del convento agostiniano
Oliveira Antonio Bernardes (1719) a Estremoz, chiesa di sant'Agostino
Calderon Pedro (1720-1730) a Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele
Tauchmann Ignaz e Gottfried (1725) a Vrchlabí, chiesa del monastero agostiniano
De Mura Francesco (1726-1729) in Collezione privata
Reiner Vàclav Vavrinec (1728-1730) a Praga, chiesa dei santi Tommaso ed Agostino
Zimmermann Johann Baptist (1729) a Weyarn, chiesa parrocchiale
Gunther Mattheaus (1736-1740) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari
Anonimo napoletano (1740-1760) a Imperia, Mercato antiquario
Filippo Ricci (1741) a Ripasantrone, Pinacoteca Civica
Gunther Mattheaus (1742) a Rottenbuch, chiesa monastero agostiniano
Pacheco Basilio (1744-1746) a Lima, Monastero degli Eremitani
Rotter Josef Tadeas (1746) a Brno, Moravská Galerie
Clerici Michele (1746-1751) a Chieti, chiesa di sant'Agostino
Clerici Michele (1746-1751) a Chieti, chiesa di sant'Agostino
Clemente degli Abbati (1750-1780) Montefalco, chiesa di Santa Maria Maddalena
Gunther Mattheaus (1755) a Indersdorf, chiesa parrocchiale
Pischel Jakub (1756) a Havlíčkov Brod, monastero agostiniano
Johann Anwander (1757) a Schwäbisch Gmünd, chiesa di sant'Agostino
Klauber Sebastian e Baptist (1758) a Madrid, Biblioteca Nazionale
Anwander Johann (1760) a Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino
Ranieri Niccolò (1800-1810) a L'Aquila, Museo Nazionale d'Abruzzo