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L'africa romana: Ippona

Mosaico delle Quattro Nereidi, un insieme straordinario di tonalità e di luminosità al Museo di Ippona

Museo di Ippona: Mosaico delle Quattro Nereidi,

un insieme straordinario di tonalità e di luminosità

 

 

LA CITTA' DI IPPONA NEL IV SECOLO A. C.

 

 

 

Nel IV secolo a. C. i Cartaginesi avevano come rivali per la loro sfera di influenza i Focesi che si erano stabiliti in Sicilia e su avamposti della costa africana. Questi colonizzatori greci, sotto il regno di Alessandro Magno, erano riusciti a imporre il loro dominio a diversi paesi fino alle Indie e lo stesso Alessandro Magno aveva l'intenzione di sottomettere Cartagine per assicurarsi l'afflusso in Macedonia delle ricchezza del nord-Africa.

I Focesi penetrarono in Africa senza intenzioni bellicose ma cercando di sviluppare le relazioni commerciali. La loro straordinaria cultura e la civiltà che portavano fu lentamente assimilata sia dai Cartaginesi che dai Numidi. La cooperazione fra greci e cartaginesi fu feconda per l'intero mediterraneo e a nessuno sarebbe venuto in mente che i Focesi siciliani un giorno avrebbero potuto avere mire espansionistiche su Cartagine.

Ma Agatocle, re dei focesi di Sicilia, che si era ribellato a Alessandro Magno, concepì l'idea di espandere i suoi possedimenti in terra d'Africa e portò la guerra nel cuore stesso del paese cartaginese. Rompendo il blocco navale predisposto contro di lui dalle flotte e dalle armate nemiche, riuscì a occupare 200 città, fra cui Hadrumeto, ma le sue razzie non intimidirono i cartaginesi che potevano contare sulla resistenza della cinta muraria che li poneva al riparo dai pericoli di un assedio.

Agatocle assediò Ippona nel 309 a. C. e creò un cantiere navale per assicurarsi le rotte verso Siracusa, la capitale del suo regno, divenuta una delle più ricche città del Mediterraneo. Come ricorda Diodoro Siculo nelle sue Storie, Ippona fu governata da Eumachus, un generale di Agatocle, che aveva partecipato alla conquista della città. Quando Eumachus, dopo una decina d'anni, fu a sua volta sottoposto ad assedio da parte dei Cartaginesi, la situazione dei siracusani si era irrimediabilmente compromessa. Un trattato di pace mise fine ai combattimenti, i siracusani abbandonarono l'Africa e Eumachus non riuscì a resistere e grazie alle sue navi ancorate nel Seïf Ubus prese il largo.

La partenza dei siracusani non determinò la rottura con la civiltà greca: al contrario l'eredità ellenistica fece prosperare Cartagine e le sue colonie, diffondendo il senso urbanistico e il desiderio del lusso e del benessere. Di questo periodo poco si è salvato: nel museo archeologico di Ippona si conservano due sole statuette in bronzo in bello stile ellenistico. La prima, alta 35 cm, rappresenta un efebo con la barba corta completamente nudo e coronato di lauro.

Verosimilmente si tratta di Apollo. La seconda statuetta, alta 40 cm, ci presenta una giovane donna con le gambe leggermente ripiegate, la sua veste è una tunica pieghettata e schiacciata sul petto. La testa e le braccia sono mutile. Una terza statuetta in bronzo, scoperta nel 1912 assieme alle altre due, è finita nelle mani del direttore degli scavi, un certo Quintard, presidente dell'Accademia di Ippona, che l'ha sottratta al patrimonio archeologico della città.