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L'africa romana: Ippona

Leoni e pantere accerchiate in un recinto: particolare del mosaico della caccia

Leoni e pantere accerchiate in un recinto:

particolare del mosaico della caccia

 

 

IL MUSEO ARCHEOLOGICO

 

 

 

Alla fine del tronco di strada che raggiunge la sommità del Garn El-Ghofrane si trova il modesto edificio del Museo archeologico. Vi sono tuttavia conservati reperti di grande pregio. All'entrata sono visibili grandi pietre di età numida e stele funerarie dedicate a Baal-Saturno. Ce ne sono di tutte le epoche, da quelle con iscrizioni libiche, che sono le più antiche, a quelle puniche e bizantine che recano il simbolo della croce.

Questo piano terra conserva anche degli altari dedicati a Mercurio, iscrizioni cristiane con delle colombe, epitaffi e varie anfore: all'interno della corte, proprio al suo centro, si apre una gigantesca cisterna sotterranea di cui si ignora l'origine e la profondità. Di fronte si trova l'entrata al Museo, dove sono esposti innumerevoli pezzi in vetro, ceramica, lucerne d'argilla di ogni tipo e forma.

  APPROFONDIMENTI

       Stele punico-libiche 

 

Ci sono lucerne a forma di pesce, di epoca focese, lucerne di età romana, lucerne cristiane e lampade troncoconiche a becco lungo probabilmente di età araba. Sono presenti anche diversi tipi di oggetti di uso quotidiano di età numida, gioielli, cinture, anelli e alcuni piccoli oggetti d'oro. In alcune vetrine sono visibili aghi in avorio, cucchiai e soprattutto le monete: qualche pezzo di Massinissa e dei suoi successori, fino a quelle bizantine. Sembra che, con quelle romane, fossero usate assieme per più secoli. In alcune sale sono esposte le statue che ornavano i monumenti della città: raffigurano Giove, Mercurio, degli Efebi, Afrodite, teste e tronchi di imperatori e anche di commedianti. Il sarcofago detto il Combattimento delle Amazzoni è riccamente decorato con un bassorilievo in cui delle donne a cavallo affrontano dei gladiatori. Uno straordinario reperto è un trofeo romano in bronzo scoperto nel quartiere del Foro, un altro è costituito da una immensa corazza con forte spalle ricoperta da una tunica che risale all'età di Cesare.

Le sale dedicate ai mosaici sono eccezionali: subito si annuncia un meraviglioso affresco detto La caccia datato III secolo , che occupa circa 23 mq, che mostra una ingegnosa combinazione di scene di caccia dove si notano gruppi di cacciatori alle prese con leoni, pantere, antilopi. In un grande apparato di animali si forma un cerchio di battitori, mentre gazzelle, cervi e altri animali fuggono in ogni direzione cacciati da uomini a cavallo con lance, archi e corde.

In questo mosaico, policromo e di una rara efficacia visiva, non c'è spazio che non illustri scene d'azione dove la caccia si completa con i pasti che prepara il cuoco. Una verdeggiante piantumazione di palmeti e oliveti avvolge le scene integrandosi piacevolmente con i cavalli, carretti e animali. Appesi al muro si osservano L'affresco marino con le teste di Oceano, Gli amori e quella detta delle Quattro Nereidi, un insieme straordinario di tonalità e di luminosità che non si trovano in altri musei algerini o francesi.

  APPROFONDIMENTI

       Mosaici e ceramiche

 

Un altro pannello chiamato La pesca, per quanto incompleto, lungo 6 m, rivela l'aspetto della città di Ippona durante l'età dei Severi. Si vede una piazza circondata da edifici lussuosi, con palazzi con colonne e archi, una fontana monumentale abbellita da gazzelle e sirene, un ponte sul fiume Béjjima dove pesci e aragoste si muovono in piena libertà. Attorno a una "Roccia del leone" in miniatura, restano numerose tracce della puerilità che caratterizza i potenti, così come appare chiara la vigorosità con cui sono trattati i pescatori a torso nudo che riportano le loro barche piene di pesci. All'estremità destra del mosaico sono raffigurate le mura della città, con a fianco una porta centrale, probabilmente quella che si trovava dove ora sorge la stazione ferroviaria. Questo pannello non mostra alcuna prospettiva, ma lungi dal rappresentare un paesaggio convenzionale, ha il pregio di documentare le coste del golfo Khalij El-Mourjane fino a capo Ras El-Hamra.

Ciò ci assicura qualche notizia su ciò che fu la città di Ippona agli inizi del III secolo dell'era cristiana. L'uso dei mosaici era diffuso in tutta l'Africa del nord e sopravvisse alla conquista araba.