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CICLo AGOSTINIANo di Marzio Ganassini a Viterbo

Affreschi di Ganassini nel chiostro della chiesa della SS. Trinità: Liutprando accoglie le spoglie di Agostino a Genova

Liutprando accoglie le spoglie di Agostino a Genova

 

 

MARZIO GANASSINI

1610

Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo

 

Liutprando accoglie le spoglie di Agostino a Genova

 

 

 

L'iscrizione in margine al dipinto riporta: rex pedibus nudis ductaque de fronte corona occurrit corpusque patris reverenter aderat. Ganassini continua ad illustrare il ritorno del corpo di Agostino in Italia seguendo il racconto di Jacopo da Varagine e forse di tradizioni che sopravvivevano nella società religiosa agostiniana. Liutprando è raffigurato a piedi nudi con le mani giunte in preghiera: quattro servitori portano a spalle la bara ricoperta da un drappo nero con una croce bianca. Due vescovi attendono il suo arrivo con altre persone del popolo. Si prepara un'accoglienza festosa: sullo sfondo si intravedono delle catene montuose, forse gli Appennini che sovrastano Genova.

 

Beda il Venerabile, nato verso il 672-673, ci ha lasciato una descrizione dell'episodio relativo alla traslazione delle spoglie di Agostino. Beda verso i trent'anni fu ordinato sacerdote e passò l'intera vita nel doppio monastero di Jarrow e Wearmonth, fondati nel 674 da Benedetto Biscop.

Beda, che morì nel 735, è assieme a Isidoro la massima figura di erudito dell'alto medioevo e divenne uno dei padri di tutta la cultura posteriore. Fu autore di opere pregevoli e famose presso i suoi contemporanei come la Historia ecclesiastica gentis anglorum o la Chronica, in cui descrive i fatti relativi alle reliquie di Agostino, fatti di cui ebbe diretta conoscenza: "Non pertanto Liutprando, impazientissimo da tutte parti faceva molti preparativi solenni: e subito che seppe l'esito felice, non potendo più contenere la gioia, corse a Genova all'incontro di quelle reliquie accompagnato dalla maggior parte della sua soldatesca e da molti vescovi, preti e nobili e da popolo innumerabile e tutti a gara mostravano la maggior allegrezza possibile. Subito, viste da lontano le sante reliquie, si prostrò con la faccia a terra, venerando per lungo tempo e nella più profonda umiltà il glorioso corpo di Agostino, che ricevette anche con più rispetto, in quello stesso luogo (vicino a Cortona) la presenza del suo servo con prodigi stupendi."

BEDA IL VENERABILE, Chronica